orataPurtroppo non mi è ancora capitato di pescare l’orata di cui potersi vantare, quella da tre o quattro chili. Tuttavia qualche centro l’ho fatto, e in base a queste catture ritengo di poter fare una mia personale disamina di quali sono le tecniche migliori per poter catturare questo bellissimo e buonissimo sparide. Ci tengo a precisare che tutto quello che scriverò è dettato da mie esperienze personali, e non dalla lettura di articoli sulle riviste e nei siti di pesca, o da racconti di altri pescatori.
Tenendo fede a quanto appena detto, non farò il solito copia/incolla per illustrare la morfologia dell’orata. A coloro fossero interessati ad approfondire questo aspetto consiglio una rapida ricerca in rete. In questo link la voce dedicata all’orata su Wikipedia.
Tutte le mie catture sono avvenute nel bassofondo, entro gli otto metri, e tutte nei mesi che vanno da maggio a dicembre. Dopodiché l’orata sembra sparire, salvo qualche rarissimo avvistamento. Mi è capitato di vedere sfrecciare in un metro d’acqua un’orata da qualche chilo in pieno gennaio. Oppure, nello stesso periodo, adagiata immobile in una distesa di sabbia, a sei metri di profondità. Ma si tratta di avvistamenti rari.
Molto più facile avvistare e catturare l’orata da maggio in poi, con punte massime tra agosto e novembre. La maggior parte degli avvistamenti avvengono su fondale roccioso, entro i dieci metri, all’interno di calette o negli spacchi tra gli scogli, in buche più o meno profonde o in cima alle guglie o alle creste, mentre è intenta a rosicchiare denti di cane o altri piccoli molluschi bivalve. In corrispondenza degli sbocchi d’acqua dolce è frequente la presenza di numerosi esemplari di piccole dimensioni.
L’orata può essere sorpresa all’agguato, tecnica nella quale è la bravura del pescatore a fare la differenza. Innumerevoli sono le volte in cui, affacciandomi da dietro uno scoglio, anche in superficie, ho scovato lo sparide adagiato alla parete di roccia o intento a mangiare qualcosa. Segue qualche attimo di smarrimento, sia da parte mia che da parte dell’orata, che normalmente si volta lentamente, ti fissa per un istante e scoda via a distanza di sicurezza. Di solito si ferma a una decina di metri da dove è stata avvistata, ma scordatevi di riuscire a portarla a tiro. In queste circostanze è proprio quell’attimo di smarrimento il momento ideale per allineare il fucile e scoccare il tiro, che normalmente è effettuato da distanza ravvicinata e spesso dall’alto verso il basso. Alcune volte ho dovuto desistere per non disintegrare l’asta del fucile nelle rocce.
Mi è capitato di perdere l’occasione giusta per sparare a un’orata che, beccata dietro uno scoglio, è passata davanti alla mia maschera senza che io riuscissi ad allineare braccio e fucile in un tempo utile per provare il tiro. Avrei avuto maggiori possibilità di successo se avessi provato la cattura con un morso. Il consiglio pertanto è sempre quello di affacciarsi molto lentamente da dietro gli scogli per cercare di allungare al massimo quell’attimo utile per provare ad andare a segno.
Insidiata all’aspetto l’orata non ha un comportamento univoco. È decisamente sospettosa, sempre all’erta e normalmente curiosa.  Difficile riuscire a portarla a tiro tramite lunghi aspetti, a meno che non sia abituata alla presenza dell’uomo. I tiri più facili si fanno nelle vicinanze delle piccole spiagge frequentate dai bagnati, d’estate. Le mie prime orate le ho prese  proprio in queste circostanze, entrando in acqua dalla spiaggia e spostandomi verso le vicine aree rocciose. Qui le orate, abituate alla vista dei bagnanti, pascolano in tutta tranquillità, e spesso si avvicinano al pescatore senza particolari remore.
In altre situazioni vi capiterà molto raramente che l’orata decida di venirvi incontro fino a una distanza tale da avere la ragionevole certezza di fare centro. Una volta mi è capitato di immergermi in un fondale sabbioso di cinque o sei metri, con l’intento di esplorare la tana di un polpo, che non riuscivo a capire se occupata o meno. Una volta sul fondo vedo una bella orata avvicinarsi tranquillamente, come se anche lei avesse avuto la mia stessa curiosità. Fu un tiro semplice. Tra l’altro venni stranamente ingannato dalla prospettiva creata dalla distesa sabbiosa, e pensando di sparare ad una preda di piccole dimensioni mi ritrovai nell’asta un esemplare di tutto rispetto.
Stando alla mia esperienza, l’aspetto riesce meglio se non avvistate prima l’orata, ossia se ve la vedete arrivare incontro sbucata da chissà dove. Dovete rimanere perfettamente immobili, pena l’allontanamento repentino e la quasi totale impossibilità di avere una seconda chance. Se invece avvistate l’orata e decidete di provare un aspetto, cercate di immagazzinare quanta più aria possibile, perché prima di riuscire a portarla a tiro la vedrete stazionare guardinga a distanza di sicurezza e, forse, avvicinarsi a voi molto lentamente. Innumerevoli sono le volte in cui ho dovuto rinunciare alla cattura di un’orata in avvicinamento perché ormai a debito di ossigeno.
Una circostanza frequente riguardo la pesca all’orata, e che non mi ricordo di aver letto da nessun’altra parte, è questa: di solito è la prima preda degna di nota che mi si presenta la mattina, appena entrato in acqua partendo da terra. A parte i soliti saraghetti, i muggini e le immancabili salpe, entro la prima ora di pesca mi capita sempre di avvistare una bella orata, molto spesso da porzione, frequentemente da mezzo chilo in su. Dopodiché gli avvistamenti calano, per aumentare nuovamente in tarda mattinata.
Per quanto riguarda infine la pesca in tana, non mi è mai capitato di prendere un’orata con questa tecnica. Anni fa, quando non praticavo ancora la pesca subacquea “seriamente” e mi limitavo a qualche sortita estiva con pinne gialle e ministen, ricordo di aver avuto la possibilità di catturare una orata enorme che si spostava sotto dei massoni, fino a intanarsi in un buco profondo e sparire nei cunicoli. Muovendosi lentamente riusciva a levarsi dal raggio d’azione del mio fuciletto, quasi volesse divertirsi con me. O forse lo stava facendo apposta…
Tirando le somme, l’orata non è una preda da principianti. Può capitare a tiro anche al più inesperto, ma prima di riuscire a catturarla con regolarità saranno necessarie tante uscite a mare e impegno costante.