Articolo di Aldo Fossataro

Da quando il mio interesse per le tecniche di pesca in apnea è saldamente concentrato su agguato e aspetto, ho preso l’abitudine di richiamare il pesce con dei piccoli rumori o facendo uscire delle bollicine dalla bocca. Devo dire che grazie a questi sistemi il più delle volte i pinnuti decidono di venirmi incontro senza esitazioni.
Ci sono invece situazioni in cui le prede non ne vogliono sapere di avvicinarsi, anzi quasi si spaventano.
Ieri ho postato un video su you tube dove si vede chiaramente una bella orata che mi punta dritta ed io (minchione, chissà cosa mi è saltato per la testa) ho effetuato un piccolo richiamo con la glottide. In tutta risposta l’oratona ha girato i tacchi e se ne andata, con molta calma.
Capisco perfettamente che ci sono altri fattori che possono determinare il suo comportamento, ma in questo caso mi trovavo dietro ad uno scoglio completamente coperto. L’unica cosa che sbucava fuori era l’arbalete con la cam e il sole era coperto. Ero quindi in una zona d’ombra. In effetti l’orata predilige il controllo dall’alto, e in questo caso lei doveva salire verso di me. A quanto pare mi stava venendo incontro tranquilla…
Ma torniamo al richiamo, ci sono grandi campioni che non ne fanno uso mentre altri pescatori, altrettanto preparati, dicono di utilizzarlo in tutti i modi possibili. Personalmente penso che non ci sia una regola ben precisa, sta a noi prendere una decisione durante l’azione di caccia in virtù delle condizioni presenti in quel determinato momento e dello svolgersi della situazione di pesca (altrimenti che gusto c’è). Il bello del nostro sport è che ti devi adeguare a diversi fattori e quindi cambiare metodo e approccio alla tecnica di caccia. In più ricordiamoci sempre (come in tutte le cose) che dovremo fare i conti con il fattore “culo”, e su questo non esiste assolutamente nessuna regola ben precisa ; -)