L’articolo è rivolto a chi vuole cominciare questa affascinante disciplina, cito solo i punti salienti delle tecniche, attrezzature e delle regole di base per la pesca in apnea. Per descrivere e spiegare tutti i dettagli di ogni argomento bisognerebbe scrivere un libro intero, quindi mi limito a definire i concetti principali con la speranza che poi ogni lettore approfondisca per conto suo ogni tema trattato.

Norme

– E’ vietato pescare di notte, si può praticare l’attività nel periodo diurno dall’alba fino al tramonto.
– E’ vietato pescare con le bombole o qualsiasi altro sistema di autorespirazione.
– E’ vietato pescare in prossimità di luoghi balneari (spiagge, stabilimenti, ecc.) o nelle vicinanze dei passaggi di mezzi nautici (porto, darsena, ecc.).
– E’ obbligatorio l’uso della boa con la bandierina.
– E’ obbligatorio caricare, scaricare e usare il fucile esclusivamente in acqua e lontano da qualsiasi bagnante.
– L’età minima per l’uso di un fucile subacqueo è 16 anni.
– E’ vietato pescare pesci sotto la taglia minima, che è diversa da specie a specie (informatevi prima sulle circolari della capitaneria).
– E’ vietato pescare più di una cernia per volta, il limite massimo per ogni sessione di pesca è di 5Kg escludendo però una singola preda di peso maggiore.
– E’ vietato pescare crostacei (aragoste, cicale, ecc.) e un massimo di 50 ricci.
– E’ obbligatorio avere il permesso di pesca sportiva (da richiedere online presso il sito del ministero delle politiche agricole)

Ci sono altri divieti è particolarità, questi elencati sono i più eclatanti, vi invito a informarmi meglio prima di “prendere” qualcosa dal mare.

Sicurezza

– Non andate a pescare MAI da soli, fate in modo che ci sia sempre un compagno a vegliare sulle vostre apnee.
– Fra un’apnea e l’altra prendete sempre una pausa di riposo e respirazione pari al doppio del tempo che avete impiegato nell’ultima immersione, questo scongiurerà il rischio di sincope (svenimento) e altri disturbi che si possono manifestare anche successivamente. Non tirate MAI le apnee fino al limite, lasciatevi sempre una riserva per la risalita, questo vi salverà la vita in caso di intoppi durante l’apnea.
– State lontani da reti, lenze e nasse lasciate dai pescatori professionisti, sono gli oggetti più pericolosi in assoluto dove rimanere impigliati è facilissimo.
– Non tenete corde o fili attaccati al corpo, potrebbero impuntarsi e tenervi sotto. Ad esempio il filo della boa, meglio tenerlo collegato al fucile o ad un peso libero da tenere in mano durante gli spostamenti.
– Non utilizzate il retino porta pesci legato in vita.
– Fate in modo che qualunque accessorio (es. cintura) sia facilmente sganciabile con un solo e rapido gesto.
– Meglio concentrare tutti gli oggetti (torcia, coltello, pesi, ecc. ecc.)  in cintura che è facilmente sganciabile.
– Pescate sempre a profondità naturali e che potete raggiungere e risalire senza fatica. Ricordate che scendere giù è facile, i problemi nascono sempre durante la risalita perchè abbiamo già bruciato la riserva di ossigeno.
– Evitate alcolici e farmaci (chiedete al medico quali) prima della pescata. In genere NON andate a mare se non vi sentite in perfetta forma, anche la sola stanchezza può essere la causa di eventuali problemi.
– Non tenere il fucile pneumatico vicino a fonti di calore o esposto alla luce diretta del sole (nel paiolo del gommone o nel bagagliaio della macchina, ad esempio)

Articoli di approfondimento: apnea e sicurezza , la boa di segnalazione

Galateo del pesca sub

Alcune regole non sono scritte ma vanno rispettate se si vuole diventare dei bravi pescatori. Il fucile anche se scarico desta paura agli estranei di questo sport quindi tenete sempre un gommino di protezione sulla punta ed evitate di entrare in acqua in un luogo affollato. Se vediamo la boa di un collega è meglio rispettare una distanza adeguata in modo da non interferire con l’azione altrui, lo stesso vale per i “cugini” con la canna da pesca. Se per caso incrociamo un collega abbassiamo il fucile.

Un po’ di buon senso è auspicabile anche nella scelta delle prede, se ne incontriamo una di taglia legale ma comunque di piccole dimensioni è preferibile lasciarla crescere, è molto più onorevole uscire dal mare con niente che con una collana di piccoli pesci. Oppure capita di incontrare un bel esemplare ma con il ventre più gonfio del normale, vuol dire che è una mamma in attesa di depositare le sue uova, i pescatori d’eccellenza (pochissimi) in questo caso rinunciano alla cattura.

Una volta ho assistito ad un personaggio che con aria soddisfatta esibiva la sua busta piena di minuscoli polpetti, con il plauso dei familiari si vantava di aver recuperato il pranzo fresco. Inutile dire quanto ignobile sia questo gesto che oltre ad impoverire ulteriormente il mare ha scongiurato sia la possibilità di farli crescere e recuperarli di mole adeguata che di riprodursi. Facciamo tutti così e fra qualche anno non avremo più nulla da pescare.

Muta

La muta è necessaria per diversi motivi, in genere una battuta di pesca può durare diverse ore quindi ci vuole questa protezione per evitare di perdere rapidamente il calore corporeo, inoltre la muta ci aiuta a occultarci fra il gioco di ombre e i colori del fondo. Le mute per i pescatori in apnea non hanno la cerniera perchè deve essere quanto più elastica possibile.

Ci sono diversi tipi e spessori di muta, 3mm è una misura estiva e per i mari caldi, 5mm per le stagioni intermedie quando l’acqua è sotto i 22° circa, 7mm invece per la pesca invernale sotto i 16°circa. L’esterno della muta può essere liscio o foderato, per i nuovi utenti è quasi sempre preferibile la muta esternamente foderata perchè è più resistente e non si rovina al contatto con gli scogli, invece la muta liscia (molto delicata) è usata da utenti esperti e che usano il gommone per entrare in mare.

L’interno della muta può essere liscio, spaccato o foderato. Il foderato interno migliora la vestibilità però rende la muta più dura e meno isolata termicamente, invece il liscio o spaccato interno (molto simili) aderiscono meglio alla pelle fornendo una maggiore protezione dal freddo però per essere indossate è necessario usare un po’ di acqua e sapone. Senza dubbio la muta più usata dalla maggior parte dei pescatori è la foderata/spaccata.

La muta può essere nera o con colori mimetici, fino ad oggi nessuno ha potuto stabilire con certezza matematica l’efficacia di avere una muta dal colore mimetico invece il nero è un “non colore” che va sempre bene. Se la muta riproduce con buona fedeltà i colori e le tonalità del luogo di pesca probabilmente avrà il suo beneficio, comunque nel dubbio vale sempre la pena di provare. Sicuro è che avere la muta mimetica e le pinne giallo canarino o la maschera fucsia non abbiamo realizzato l’occultamento desiderato, quindi se decidiamo di prendere la strada del mimetismo dovremo curare un po’ tutta l’attrezzatura.

Zavorra

La zavorra del pescatore in apnea è preferibile suddividerla in tre parti: schienalino, cintura e cavigliere. In precedenza si usava la sola cintura per contenere tutti i piombi, oggi invece grazie allo schienalino e alle cavigliere possiamo frazionare il peso e avere due benefici, il primo è di non aggravare la schiena e il secondo di raggiungere un assetto più equilibrato del corpo, questo ci consentira di raggiungere dei movimenti più fluidi e naturali.

Non esiste una regola fissa per la quantità di pesi da applicare, ogni pescatore deve trovare la sua formula mediante le prove personali cominciando da un numero minimo e procedendo ad aggiungere un chilo alla volta fino al raggiungimento dell’equilibrio. La fase di neutralità però non va configurata in superficie ma alla quota abituale di pesca, mi spiego meglio con un esempio, se pensiamo di pescare a circa 5 metri la nostra zavorra va ottimizzata per essere neutri a questa profondità (circa), quando avremo raggiunto questo risultato noteremo infatti che superati i 5 metri cominciamo lentamente a scedere senza pinneggiare, perchè oltre la soglia neutra diventiamo negativi e semplicemente “cadiamo” sul fondo.  Per questo motivo la zavorra va regolata in modo da non diventare un freno in fase di risalita.

I grandi campioni che scendono oltre i 20 metri usano pochissima zavorra, al massimo 2 o 4 kg di piombo, invece un pescatore abitudinario del bassofondo arriva anche fino a 16kg.

Grazie allo schienalino possiamo portare dai 3 ai 4 kg di piombo sulla spalla, invece le cavagliere arrivano fino a 1kg e aiutano a tenere basse le pinne durante la tecnica dell’aspetto. Tutto il resto dei pesi si applica normalmente in cintura, anche se nel tempo sono state sperimentate soluzioni alternative.

Articoli di approfondimento: zavorra e pesi

Accessori

La cintura è molto importante per il pescatore in apnea, oltre a fornire la sicurezza di essere sganciata rapidamente in caso di pericolo, offre allogio ad una vasta serie di accessori. Ad esempio il coltello, che di recente è stato rivalutato in dimensioni e funzionalità. Oggi il coltello del pesca sub è diventato abbastanza piccolo, rispetto ai machete degli anni 70, in quanto serve quasi esclusivamente a finire una preda insagolata con il classico colpo in testa e per fortuna raramente a tagliare una sagola (o rete) che ci ha bloccato un’arto. I moderni coltelli da apnea sono molto affilati e abbastanza piccoli da essere predisposti per diversi luoghi d’aggancio, infatti molti preferiscono portarli al braccio.

La torcia è usata esclusivamente dai pescatori di tana per illuminare i spacchi profondi per vedere se nell’oscurità si è nascosta una cernia o un sarago. Normalmente è tenuta attaccata alla boa o plancetta, ma in commercio ci sono dei modelli da cintura. La torcia va scelta non potentissima, di norma 5 watt di lampada sono più che sufficienti e con i moderni LED anche 3 watt possono garantire l’illuminazione necessaria, invece della potenza è da prediligere la praticità perchè all’occorrenza dobbiamo azionarla semplicemente e con una mano.

La plancetta è una valida alternativa alla boa, ed è studiata per chi ha diversi accessori o più fucili da portare in acqua.

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Maschera e Tubo

La maschera e il tubo (snorkel) sono  fondamentali per praticare la pesca. Il mio consiglio è di cercare il modello che sentite più comodo e non imbarca acqua durante l’apnea, le varie particolarità come volume interno e angolo di visualizzazione sono differenze minime da un modello all’altro, difficili da apprezzare senza la dovuta esperienza. Quasi tutte le nuove maschere hanno la tendenza ad appannarsi facilmente, per questo infatti ci sono molte tecniche come il lavaggio delle lenti con uno sgrassatore per i piatti o il dentifricio. A mare invece è necessario usare la tecnica della saliva o uno dei prodotti antiappannamento da spruzzare prima dell’ingresso in acqua.

Sia la maschera che il tubo può essere acquistato in versione mimetica con la medesima fantasia della muta scelta.

Pinne

Il mercato delle pinne è vastissimo, ce ne sono di tutti tipi, forme e colori. Senza aprire infinite discussioni ci limitiamo a dare dei pratici consigli sulla scelta. Le pinne da apnea sono più lunghe di quelle per lo snorkeling o l’ara, fino a 80 o 90 centimetri di pala, perchè devono spingere su è giù il pescatore con poco sforzo. In genere si parla di durezza della pala che può essere Soft, Medium e Hard da scegliere in base alle caratteristiche e allenamento dell’utilizzatore, la pala morbida spinge di meno ma è più riposante soprattutto negli spostamenti in superficie ed è consigliata a chi non ha gambe molto allenate, invece una pala più rigida viene normalmente scelta da utenti più sportivi e che effettuano tuffi più profondi.

Ad oggi il materiale di costruzione delle pinne si è standardizzato su tre versioni principali, la plastica (o tecnopolimero), vetroresina e carbonio. Rispettivamente con costi crescenti, il carbonio per ora è il materiale d’elite perchè mantiene invariate le sue caratteristiche nel tempo ed ha una ottima reattività di contro invece è un materiale delicato che potrebbe rompersi con un urto secco, la plastica costa poco ed è resitente agli urti, reagisce bene però soffre della durata nel tempo perdendo le caratteristiche nell’arco di un paio d’anni se viene usata con frequenza, la vetroresina è il giusto compromesso fra le due contendenti, ha una reattività ottima e dura nel tempo. Come per gli altri accessori di molti modelli esiste anche la versione mimetica.

Fucile

Qui si può affermare tutto e il contrario di tutto, partendo dalla prima regola che il fucile è solo uno strumento a cui non si deve assegnare la totale responsabilità della cattura di una preda, infatti il migliore strumento è sempre l’uomo, il suo ingegno e la tecnica.

I fucili subacquei si dividono i due categorie, i pneumatici (ad aria compressa) e gli arbalete (ad elastici). I fucili pneumatici sfruttano la pressione interna per spingere l’asta e possiamo regolare la potenza scegliendo il livello di carica interna dell’aria. I fucili arbalete hanno il medesimo principio di funzionamento di una comune fionda, e possiamo regolare la potenza variando il tipo, lunghezza o numero di elastici.

Fra i due non ci sono grandi differenze in termini di gittata o tiro utile, per lo più è una questione di gusti personali. Il parametro di scelta più significativo è la lunghezza del fucile, i modelli corti si rivolgono ai pescatori di tana o di pesce che vive a stretto contatto con il fondale, i medi sono fucili polivalenti che si prestano a più tecniche, invece i fucili lunghi si rivolgono ai tiri in acqua libera e ai grandi predatori del mare.

Di recente ha preso piede la moda del Roller, cioè un arbalete che grazie all’installazione di pulegge per gli elastici sfrutta tutta la corsa utile del fusto per spingere l’asta. Questo espediente trasforma un classico arbalete in un fucile più potente ma meno brandeggiabile, per cui è consigliato per i pesci di mole medio-grande.

Tutti i fucili scagliano un’asta in acciaio inossibile, di lunghezza proporzionale alla misura del fucile, la punta di questa freccia può essere singola (taithiana) oppure con fiocina (da 3 a 5 punte).

Articoli di approfondimento: arbalete o pneumatico? , usabilità dei fucili , scopriamo il roller

Tecniche

La prima forma di pesca è stata la “tana”, per cui il pescatore esplora qualsiasi buco e spacco per la ricerca di prede al riparo nella loro “casa”. Per effettuare questo tipo di tecnica si usa un fucile corto, armato sia con fiocina che con taithiana. In genere è la fiocina quella che garantisce la migliore cattura in tana, ovviamenente se la preda non è particolarmente corpulenta. I pesci più ricercati per la cattura in tana sono: sarago, orata, murena, gronco, cernia e corvina. Un accessorio molto utile in questi casi è la torcia.

La tecnica dell’agguato è la più usata, si può effettuare dalla superficie o in profondità, in questo caso il pescatore deve muoversi nel massimo silenzio e cercare di rimanere sempre occultato, in modo da sorprendere l’eventuale preda che intenta a cibarsi non ci ha sentito ne visto arrivare. Per questa tecnica il miglior fucile è quello medio, che ci permette di brandeggiarlo con estrema facilità pur corsenvando un tiro utile adeguato.

Con i fucili medio-lunghi possiamo invece provare la tecnica dell’aspetto, che consiste nello scendere sul fondo e nascondersi, rimanendo immobili in attesa che la preda si avvicini incuriosita. Probabilmente alcuni pesci percepiscono la nostra discesa sul fondo (se ben fatta) come una possibile risorsa alimentare, quindi si avvicinano alla nostra posizione per verificare da vicino. Ovviamente l’aspetto sul fondo fa effettuato prima di entrare in contatto visivo con il pesce, altrimenti non desteremo la curiosità voluta, solo con l’esperienza capiremo meglio come scegliere il luogo e le modalità della manovra.

Molti pescatori all’aspetto usano i “richiami” nel caso che nessuna preda si presenti in tempi brevi. Ce ne sono tanti, o meglio dire, ogni pescatore ha il suo personale richiamo, in genere si tratta di emettere delle vibrazioni gutturali senza però esagerare altrimenti avremo l’effetto contrario. Nessuno però fino ad oggi è stato in grado di provare con efficacia matematica l’uso dei richiami, anzi alcuni abili pescatori sono convinti del contrario.

Una tecnica utilizzata soprattutto per le cernie e a grandi profondità è la pesca in caduta, cioè mentre scendiamo silenziosi cerchiamo di avvistare la preda e a metterci sulla verticale del bersaglio, spesso è un punto cieco del pesce, appena arriviamo nel raggio di azione del nostro fucile facciamo partire il colpo sorprendendo la preda dall’alto.

Esistono poi tante varianti e complementari, ma la cosa più importante e che accomuna tutte le tecniche è la qualità dell’esecuzione, in ogni caso dovremo imparare ad essere discreti, silenziosi e immobili quando serve. I pesci hanno dei “sensori di movimento” molto sviluppati, un sesto senso che già prima di entrare in contatto visivo con il pescatore è in grado di fornire a loro una serie di informazioni, ed è su questo che il bravo pescatore deve agire, facendo cioè in modo di essere percepito con curiosità invece che con pericolo.

Articoli di approfondimento: l’agguato in superficie , la tana , l’aspetto

Conclusioni

Il migliore modo per approcciare è sempre seguire un amico o parente più esperto, ed è vivamente consigliato partecipare ad un corso di apnea o pesca subacquea. Gli istruttori sono quasi sempre dei campioni o comunque persone con molti anni di esperienza, che saranno in grado di insegnarvi tutte le tecniche per pescare ma soprattutto imparerete a migliorare di molto le vostre prestazioni.

Non fatevi abbindolare dalle pubblicità di prodotti presentati come miracolosi, oggi le migliori aziende sono arrivate ad un altissimo livello di qualità sia nella fattura che nei materiali, per cui le differenze di prestazioni e comfort sono veramente minime, spesso il riscontro pratico è quasi esclusivamente di tipo personale dove il medesimo prodotto può essere il top per un utente e considerato scarso per un’altro. Non è assolutamente necessario pensare di spendere grandi cifre per articoli sponsorizzati come se fossero l’unica strada percorribile per fare pesce, vi posso assicurare che è sempre l’uomo la chiave di svolta, saranno le vostre qualità di pazienza, tenacia ed esperienza a farvi tornare a casa con il pesce.

Ricordatevi sempre due concetti importanti, da ripetervi in testa in ogni occasione: che nessun pesce vale la vostra vita e il motivo principale per andare a pesca è divertirsi.