Ricevo è pubblico volentieri una alcuni video e una breve presentazione dei nuovi fucili calibro 12. I fucili utilizzati nei video sono potenziati tramite il kit sottovuoto X-Power. A fine articolo i miei commenti…

Da alcuni anni dedico parte della stagione estiva alla pesca delle ricciole. E’ una preda che mette a dura prova l’attrezzatura del pescatore, che ne deve studiare le caratteristiche peculiari per scegliere il prodotto migliore tenendo conto delle prestazioni e della praticità d’uso. Tra questi il fucile.

E’ così che ho avuto modo di apprezzare le doti dell’oleopneumatico.. arma dalle prestazioni superiori, che se ben “equilibrato” diventa facile da gestire e permette tiri lunghi e precisi, previa abitudine all’uso dello stesso.. ovviamente. Quando parlo di equilibrio non mi riferisco (solo) all’assetto.

Un fucile oleopneumatico è gestibile quando si riesce a caricarlo con una certa agilità, quando l’asta non si piega durante il caricamento, quando il grilletto non è duro, quando il rinculo non è tale da interferire sulla precisione del tiro. Tutte queste situazioni sono influenzate dal medesimo fattore: la pressione immessa nel fucile. Limitando la pressione però limitiamo anche la prestazione; e qui entra in gioco l’uso del sottovuoto (Maori, STC, Tovarich..).

La velocità di un pistone che lavora in una canna “asciutta” è tale che possiamo permetterci una precarica ridotta. La mia esperienza in merito ai sistemi (testate) sottovuoto è questa: per anni ho usato i kit Maori… con ottimi risultati, di rado ho sostituito pistoni sulle canne da 11, ma per il resto il sistema è affidabile. Unica accortezza, è il corretto uso dell’otturatore, che evita l’allagamento della canna.

Sotto questo aspetto la nuova Ditta STC ha proposto un sistema diverso che è sicuramente molto più pratico. Nelle prove in piscina con kit STC caricavo i fucili in acqua come avrei fatto tradizionalmente, ovvero con una testata standard e non si sono verificate infiltrazioni. L’assenza dell’otturatore sull’asta inoltre rende la stessa più idrodinamica.

Per stabilire la combinazione migliore, principalmente riferita alla pressione di precarica e al tipo di asta, ho effettuato dei tiri su un bersaglio. Gli stessi sono stati filmati con una fotocamera impostata a 30 fotogrammi/secondo. Il successivo studio fatto al monitor ha arricchito notevolmente la base di analisi e mi ha permesso di arrivare ad una conclusione oggettiva, che tenesse conto del comportamento del fucile in fase di sparo e delle velocità medie raggiunte dall’asta.

L’obiettivo principale dei miei test non è stato quello di stabilire che il Calibro12 buchi a distanze siderali o che raggiunga velocità supersoniche.. credo infatti che queste tendenze siano fuori luogo nella pratica della pesca subacquea. Ho voluto invece valutare il punto di equilibrio dell’arma, proprio nella filosofia della canna da 12… si quel 12 che rappresenta un valore medio tra i suoi precedenti. Inoltre ho effettuato tiri anche con alcuni arbalete, alcuni di rinomata fama (per altro meritata) per avere un parametro di comparazione.

Non vi annoierò con le considerazioni intermedie ma vi svelo subito che il Calibro12 nella misura del 115 (asta 7 x 130) si è fatto apprezzare meglio (in una valutazione globale) con una precarica di 18/19 bar. Lo so che qualcuno storcerà il naso, ma quando un fucile buca bene a 4 e a 5 metri dalla punta dell’asta, serve caricarlo ancora? Si può farlo, ma l’arma comincia a perdere la sua “praticità”, se non altro a causa della difficoltà di armamento in acqua.

La velocità dell’asta è notevole. A queste pressioni (limitate) ho registrato velocità medie comunque oltre i 20 mt/sec; se teniamo conto che un 110 doppio elastico non ci arriva, allora capite che davvero non è necessario pompare (e squilibrare) il nostro fucile. Dentici diffidenti verranno bucati come burro, a costo di mirare bene.. ovviamente! Che dire del 90? Il 90 è stato testato con asta da 6,5 e ha dimostrato equilibrio complessivo con una precarica di 15 bar.

Con questa pressione, a 3 metri mette in sagola il bersaglio! Ora se immaginiamo una situazione reale di pesca, questi valori sono più che sufficienti per una cattura che di solito non viene fatta mai oltre i 2/3 metri. Inoltre grazie alla quasi assenza di rinculo e soprattutto grazie a un grilletto che è una piuma (da 3 a 5 etti), il tiro risulta più preciso perché il fucile non subisce spinte “strane” nella fare di tiro.

PEPPE

Che dire. A me sembra un ottimo prodotto (Peppe, quando vuoi, mandamene uno per una prova…). Su un forum ho letto un commento del tipo: “non è ne carne ne pesce”. Non sono d’accordo. Alla canna da 12 mm. ci hanno pensato in tanti, me compreso. Ma Peppe è l’unico che ci ha creduto e ha avuto il coraggio sviluppare commercialmente questa soluzione.
Chissà, potrebbe essere la soluzione definitiva. Il canna 13 è potente ma duro da caricare, viceversa il canna 11 è leggero da caricare ma necessita di un buon numero di atmosfere per rendere decentemente. Il canna 12 è la classica via di mezzo. Staremo a vedere se sarà quella vincente.
Aggiungo una considerazione. Quando si raffrontano le prestazioni dei fucili pneumatici si tiene conto, normalmente, della precarica, della velocità dell’asta, della penetrazione nel bersaglio… ecc.
Secondo me è un modo sbagliato di valutare un fucile. Le prestazioni, a parità di asta e lunghezza fucile, andrebbero calcolate tenendo conto della forza di caricamento. Un po’ come fa Paolork. Alcuni pensano che siccome un canna 13 caricato a 22 atm rende più di un canna 11 caricato a 28, ques’ultimo sia meno performante. La domanda è: quanta forza devo impiegare per caricare l’uno o l’altro? Secondo me sarebbe decisamente più proficuo impostare il raffronto in questo modo: quanto va veloce l’asta e quanto penetra nel bersaglio impiegando 25 kg. di forza nel caricamento?
Che me ne faccio di un fucile potentissimo a 25 atm, se poi non riesco a caricarlo?