Variatore di potenza Sten 11
Il variatore di potenza nei fucili pneumatici agisce mediante l’isolamento del serbatoio dal sistema canna/impugnatura. In questo modo la “molla d’aria” che si viene a creare esaurisce molto più velocemente l’energia accumulata, col risultato che il pistone va ad impattare sulla boccola ad una velocità notevolmente inferiore. Tramite l’azionamento del variatore di potenza è pertanto possibile effettuare dei tiri ad una potenza che è grossomodo del 50/60% inferiore rispetto a quella massima del fucile.

Il variatore di potenza aumenta il range di utilizzo di qualsiasi fucile pneumatico. Generalmente viene considerato utile per effettuare dei tiri in tana, e per questo motivo in molti lo ritengono superfluo su fucili di lunghezza superiore all’85. “Mica con un 100 ci spari in tana”, è l’obiezione che spesso si sente fare negli scambi di opinioni. Tuttavia, a parte il fatto che può effettivamente capitare di dover effettuare un tiro in tana con un fucile lungo, per quanto questo possa essere scomodo, l’utilizzo più appropriato del variatore nei fucili lunghi lo sia ha nella tecnica dell’agguato. Capita spesso infatti di dover effettuare dei tiri su delle prede, principalmente saraghi e orate, che stazionano nei pressi di rocce, spacchi o agglomerati di massi. Dovendo scoccare il tiro da distanza ravvicinata si rischia, alla massima potenza, di distruggere l’asta contro lo scoglio. In queste situazioni il variatore di potenza, specie se di facile e immediato inserimento, si rivela un prezioso alleato.

Altro vantaggio connesso all’utilizzo del variatore di potenza consiste in un minor sforzo in fase di caricamento a variatore inserito.

Purtroppo la presenza del variatore di potenza, oltre ai benefici fin qui esposti, comporta anche qualche penalizzazione. Per come è concepito nei fucili pneumatici in commercio, Omer Airbalete a parte – il cui sistema descriverò più avanti -, il blocchetto del variatore rappresenta un ostacolo alla libera circolazione dell’aria nel sistema canna/serbatoio. L’aria infatti si trova costretta a passare attraverso un foro dal diametro inferiore al centimetro, nel quale agisce l’otturatore azionato manualmente, per poi essere convogliata nelle luci di travaso della canna. Tale ostruzione comporta un tangibile decadimento delle prestazioni. Molti pescatori, compreso il sottoscritto, preferiscono pertanto eliminare il blocchetto del variatore, al fine di ottenere il massimo delle prestazioni a parità di precarica, e rischiando l’incolumità dell’asta nella pesca all’agguato.

Tale modifica tuttavia è consigliata esclusivamente sui fucili lunghi, dove anche uno scarto minimo in termini di prestazioni possono determinare il successo di una cattura sulla lunga distanza. Personalmente per lunga distanza intendo i tiri effettuati su prede che stazionano o transitano oltre i 2,5/3 metri dalla punta dell’asta. Entro questo raggio d’azione, invece, qualsiasi fucile pneumatico ben pompato dal 90 in giù può ragionevolmente insidiare ogni tipo di preda, con il variatore che si rivela prezioso, come abbiamo visto a inizio articolo, in prossimità delle rocce o per sporadici tiri in tana.

La Omer ha provato a rivoluzionare il concetto di variatore di potenza nel suo Airbalete, riuscendoci soltanto in parte. Il variatore della Omer infatti, anziché agire sul passaggio d’aria tra serbatoio e canna, si limita a ostruire con un’apposita ghiera inglobata nella testata i fori di scarico dell’acqua posti sulla volata del fucile. Questo sistema ha un pregio e tre difetti. Il pregio è presto detto: quando il variatore non è inserito non inficia in nessun modo le prestazioni del fucile. I difetti invece sono i seguenti: 1) la riduzione di potenza è esigua, stimata intorno al 15%; 2) bisogna agire sulla testata anziché sull’impugnatura, il che non è propriamente comodo; 3) funziona soltanto con la testata originale, pertanto se si passa all’utilizzo di un kit sottovuoto diventa inservibile.

In fatto di gestione della potenza gli utilizzatori di arbalete se la passano decisamente meglio. Sacrificando l’immediatezza del gesto (sganciare un elastico è meno comodo rispetto all’agire su un piccolo pomello), la presenza di più tacche nell’asta e la possibilità di utilizzare uno o più elastici consente di regolare la potenza di tiro anche nei fucili più estremi, senza comprometterne le prestazioni.

In conclusione, il variatore di potenza è l’unico elemento del fucile pneumatico che i vari “smanettoni” non sono ancora riusciti ad ottimizzare, anche perché c’è ben poco da migliorare. Il funzionamento è quello e finché qualcuno non tirerà fuori dal cilindro una nuova invenzione, non potremo far altro che scegliere tra le due possibilità: tenerlo o levarlo.