Ricevo e pubblico volentieri un nuovo articolo dell’amico Fabio Mura, bravo pescatore sassarese e già autore di altri interessanti contributi.

 

Mares Sten 130L’anno scorso, rovistando nelle rimanenze di magazzino di un negozio alla ricerca di una ventosa Mares e di un coltellino Scarpati mi sono imbattuto nella canna di uno Sten 130 nuova fiammante. Fattala mia ho iniziato a cercare tutti gli altri pezzi per preparare un 130 dotato di un sistema sottovuoto per la stagione 2011. Ho optato anche stavolta per un kit STC (sarebbe il mio terzo) per aste con codolo, preferendolo a quelli dedicati ad asta nuda (preferisco avere lo scorrisagola) . Mese per mese ho investito nei vari pezzi per comporre il fucile: kit STC, manico mares nuovo modello per canna da 13, ogiva vecchia mares, serbatoio di uno sten 130 nuovo trovato in magazzino da un altro negoziante (tutti negozianti con almeno 30 anni di attività).  Ho proseguito poi con la preparazione e la chiusura del “mostro”.

Regolatore si/no?
Anzitutto non ho messo il blocchetto del regolatore: voglio un tiro pulito e veramente lungo. Poi ho lavorato sul foro di passaggio dell’aria dal serbatoio nella canna allungandolo, ma senza esagerare. Ho lucidato la canna con pasta abrasiva, sostituita la molla del perno dello sgancio pistone con una più morbida ed infine messo un mix di olii diversi forniti dal pneuarchitetto Sergio (detex70). Il pistone è l’originale Mares.

Il grillettoSten 130 - Particolare Grilletto
Spesso non capisco perché certe idee vincenti vengano abbandonate. La Mares anni fa in una vecchia serie sten aveva fatto il grilletto regolabile in lunghezza, affinché si potesse far corrispondere l’ultima falange per premere il grilletto senza problemi di abbassamento del tiro, certo la plastica utilizzata non era un gran ché, si rompeva subito la linguetta di plastica per la regolazione, ma una volta trovata la giusta posizione una fusione di supercolla bloccava tutto, oggi visto che il grilletto non è ne regolabile ne nella posizione che voglio lo allungo utilizzando lo stucco Captain Fix che uso per riparare le tavole da windsurf. Il risultato va sempre bene e se la giornata è calda il grilletto è pronto in 10 minuti. Poi lo si può lavorare, se proprio serve, con carta vetrata, taglierino o dremmel.

Asta
Come asta ho scelto una Devoto da 135 cm doppia aletta, da utilizzare con scorrisagola devoto leggermente modificata e monofilo da 120 (si può comunque scendere fino al 90). L’asta libera senza scorrisagola non mi piace molto. Preferisco lavorare lo scorrisagola affinché il monofilo sia “protetto” dalla plastica nelle zone di impatto con le ossa dei pesci. Prima di dotarmi della devoto da 135 ho eseguito altri test, che illustrerò si seguito, ma con asta inappropriata.

Il CILICIO: ovvero come ti carico il mostro in scioltezzaSten 130 - Particolare il Cilicio
Bandito il regolatore, senza il maniglione sul serbatoio, non avendo disponibile un gigapress per STC, lasciando perdere manovelle varie, volendo abbandonare il doppio carichino con bretella e, infine, non essendo alto 2 metri, mi sono chiesto come caricare il fucile.
Ho risolto il problema banalmente, con un sistema mai visto prima che, sono sicuro, lascerà di stucco molti pescatori. Invece della solita bretella ho legato al carichino una cima con una serie di nodi equidistanti.
La manovra di caricamento la si può spiegare in poche parole: stringo la cima con l’asta, che grazie ai nodi non scivola via, e tiro verso il basso; i nodi sono vicini e posso andare avanti a piccoli steps; non devo stritolare l’asta ma tenere chiusa la mano il tanto da non far scorrere i nodi. Iniziando il caricamento con le mani posizionate molto vicino alla testata, l’asta scende dritta senza piegare. Insomma, è come arrampicarsi su una corda nodata ma al contrario. Con questo attrezzo anche una persona piccola di statura può caricare fucili lunghi, fino al 150. Il caricamento in acqua è diventato una stupidata, ancor più semplice dei test all’asciutto!
C’è da dire che quel carichino con la fune nodosa, che si può riporre sotto la muta, può far pensare ad un cilicio da pesca sub masochista :-). Importante è non mettere i nodi tropo distanti tra loro, massimo 15 cm l’uno dall’altro, per poter caricare con facilità. Con nodi più distanziati abbiamo verificato che il caricamento diventa più complicato.

1° test
Il primo test l’ho eseguito con un asta non adatta. Non avendone infatti a disposizione una lunga 135 cm ho utilizzato un’asta da 125 cm, che spuntava appena dalla testata, tanto da non permettere la chiusura delle alette. Co quest’asta l’assetto del fucile è positivo, galleggia, con la punta verso il fondo. I primi tiri sono stati eseguiti con una precarica di 18 atm circa e monofilo da 120 con scorri sagola Devoto. Tiri al vuoto che tuttavia, a me e al mio compagno di pesca, ci ha fatto rimanere allibiti: tiro perfetto, lineare e veloce anche a fine corsa. Tre giri di monofilo da 130 stesi completamente. Sono così tanti che a terra, dove l’acqua era un pò torbida e dovevo scaricarlo, ho dovuto verificare dove fosse il mio compagno di pesca.

2° test
Vista la facilità di caricamento consentita dal cilicio ho aumentato le atmosfere a circa 20/21, sempre stessa asta. Durante la seconda uscita ho sparato a due pesci (un dentice ed un sarago) che sono finiti in lenza con un buco che sembrava fatto da un asta da 6 monoaletta per arbalete, mentre la Devoto utilizzata è un doppia aletta da 7. I tiri sono stati vergognosamente veloci. I pesci erano forse a tre metri, il che purtroppo non mi ha consentito la valutazione dell’efficacia sui tiri lunghi. Decido che la prossima mossa consisterà nello stabilizzare le atm a 22 e utilizzare un’asta da 135 cm.
Riguardo la brandeggiabilità del fucile la differenza con lo sten 105 che utilizzo normalmente si sente, ma è comunque perfettamente gestibile, sempre più di un arbalegno di pari lunghezza.
Durante la terza uscita, sempre con asta inappropriata, ho eseguito un tiro a fine corsa su un denticiotto preso esattamente all’altezza in cui avevo mirato, ma con l’asta che gli usciva dalla bocca. Purtroppo non sono stato in grado di capire se avesse già scartato una frazione di secondo prima che sparassi, e comunque è stato preso. Durante quest’uscita mi è capitato di caricare il fucile troppo in scioltezza, tanto da riuscire a farmi sfuggire l’asta. Di fatto ho mollato la prima mano (quella prossima alla testata) una frazione prima che stringessi la seconda mano (colpa di alcuni pesci sul viola metallico che mi hanno distratto). Imparato la lezione 😉

3° test
Finalmente mi è arrivata l’asta lunga 135 cm Devoto doppia aletta che ho voluto subito testare. Sicuramente non è l’asta idrodinamicamente più performante presente in commercio ma è un ottimo compromesso tra peso, idrodinamicità e robustezza. Con questa asta il fucile diventa leggermente negativo ma non risulta pesante in punta ed è facilmente gestibile. Il tiro con tre passate doppie è teso fino alla fine e quindi è possibile provare ad azzardare tiri fuori dal comune. Anche stavolta acqua torbida e i pesci presi sono passati tra l’uno ed i 4 metri da me, tutti presi esattamente dove avevo mirato.

Considerazioni iniziali
Con tutta l’estate ancora da sfruttare è prematuro fare ora le considerazioni finali. L’impressione iniziale è più che positiva sui tiri paralleli al fondo, ed in caduta è devastante (7 metri di violenza),
il fucile è valido per ogni tipo di pesce considerando la facilità di caricamento con il cilicio. Al momento, con solo tre uscite dedicate all’aspetto, sono stati catturati alcuni denticiotti sui due chili e altro pesce bianco. Spero di aver la sfortuna di dover tentare un tiro al limite della gittata su un grosso pesce e verificare bene di che pasta è fatto questo 130.
Ma chi ben inizia…..

Fabio Mura
editing by Mytom