Intendiamoci, non sono certo un watusso, ma neanche un pigmeo. C’è la persona più alta del mondo, che passa i 2 metri e mezzo, c’è la persona più bassa del mondo, poche decine di centimetri, e c’è la persona più “media” del mondo, cioè io: 170 cm. perfetti.

Sospetto fortemente di non essere l’unico essere umano a poter esibire questo questo prestigioso record, ma lasciamo da parte queste inutili disquisizioni e veniamo al tema dell’articolo. Dall’alto, o dal basso, del mio metro e settanta, riesco a caricare con il carichino di serie i fucili pneumatici di misura 100. Il 110 ancora non mi è passato tra le mani, ma ho il sospetto che qualche difficoltà potrei averla.

Al momento, e chi segue questo blog lo sa bene, vado a pescare con il mio fido Spark Mimetic 98, pesantemente elaborato e dotato di asta tahitiana da 110 cm., più o meno. Armare il fucile con pressioni di precarica che arrivano fino a 26 atm è per me un gioco da ragazzi (tempo fa feci una scoperta formidabile: caricare il pneumatico non è una questione di braccia, ma di muscoli dorsali, leggete qui), anche con il carichino di serie. Più difficili si fanno le cose quando la pressione di precarica sale e contemporaneamente si usa un’asta tahitiana da 6,5 mm, magari abbastanza “nervosa” come quelle prodotte da Sigal. Anche con asta da 7 e 30 atm di precarica ho avuto qualche difficoltà a far agganciare il pistone.

In queste particolari circostanze, trovo abbastanza pratico l’utilizzo di un carichino con prolunga.

Rispetto a quelli visti in rete, quello da me realizzato ha alcune peculiarità. Non dico di avere l’esclusiva, ma in rete ancora non ho trovato niente di simile. La prima consiste nell’utilizzare un carichino di serie. Io ho utilizzato quello della Cressi, particolarmente robusto e con una sede per la punta dell’asta abbastanza profonda.

La seconda nell’utilizzare un elastico montato in modo tale da agevolare l’aggancio a un piombo qualsiasi della cintura.

La costruzione è particolarmente semplice, e basta uno sguardo alla foto per capire come è stata eseguita. Ho utilizzato una sagola particolarmente robusta, non si sa mai, e l’ho fatta passare in due fori nel manico realizzati con un trapano. Ho svasato leggermente i fori per farci entrare i doppi nodi che tengono ferma la sagola. Per maggiore sicurezza ho imbevuto i nodi con l’atack (diventano duri come la pietra) e li ho fatti aderire per bene al foro. Attenzione: il diametro del foro deve essere appena sufficiente da farci passare la sagola e al contempo abbastanza stretto da impedire il passaggio del nodo.

La sagola è stata fatta passare a sua volta su due fori realizzati nelle estremità del carichino e in quello, già presente, che si trova nel vertice superiore. In questo modo vengono distribuite in modo sufficientemente omogeneo le forze in gioco.

Per fissare l’elastico sono stati realizzati altri due fori, spostati verso il centro. Mentre un foro da almeno 8 mm. di diametro è stato realizzato al centro del legno, dal quale far passare l’asta. Dimenticavo, il pezzo di legno è stato ricavato da un vecchio manico di scopa.

La realizzazione, così come la vedete nella foto, lascia un po’ a desiderare dal punto di vista estetico. In passato avevo realizzato lo stesso carichino curando maggiormente l’estetica… ma avevo più tempo a disposizione. L’importante comunque è che funzioni, e soprattutto che sia sicuro al 100%. Ricordate che quando costruite questo tipo di attrezzature lo fate sotto la vostra responsabilità, coscienti del fatto che avere a che fare con armi pneumatiche può essere pericoloso per la vostra incolumità fisica.

carichino con prolunga inserito nell'asta