Le Sporasub Revolution sono visibilmente diverse da ogni altro modello di pinna. Per la prima volta è stata usata una vera scarpetta, comoda e regolabile come qualsiasi calzatura. Tale caratteristica le pone al di fuori di ogni concorrenza.
Era da molto tempo che le osservavo in negozio con una certa curiosità e stranamente non ho mai trovato recensioni o pareri di altri utenti. Finalmente abbiamo avuto modo di provarle.
Iniziamo con la descrizione. Esteticamente la Revolution è bellissima: la scarpetta sembra una calzatura molto tecnica e mi ricorda quelle per ciclisti. Possiede tre regolazioni a strappo. Internamente sembra una spugna, in realtà credo si tratti di un tessuto in nylon. La suola è rigida e sono presenti 4 bulloni che fermano la pala.
L’inclinazione fra pala è scarpetta è molto accentuata, se ho letto bene sono 26°, questo serve a pinneggiare senza avere il piede eccessivamente disteso ed assumere pertanto una posizione più comoda e naturale. Ovviamente è necessaria qualche pescata per abituarsi alla nuova posizione.
Anche la pala presenta delle peculiarità: è costruita con un tecnopolimero molto performante, è priva di longheroni e canalizzatori ma con delle pinnette in gomma poste all’estremità e che servono per evitare il derapamento. Forma e dimensione della pala sono tuttavia di tipo classico. Provo a piegarla a secco per saggiarne durezza ed elasticità, che giudico entrambi nella media.
Finalmente arriva sabato, tempo bellissimo e con una lieve brezza di scirocco. Decido di buttarmi a Otranto. Per indossare le pinne ho dovuto però trovare una seduta comoda perché al primo utilizzo è necessario capire come regolare al meglio le tre fasce a strappo. La sensazione è strana, un po’ come indossare le scarpe la mattina… però in realtà siamo in acqua.
Diciamo che la calzata risulta meno immediata rispetto a una tradizionale scarpetta. Devo tirare infatti tutte le regolazioni fino a percepire la presa giusta sui tre punti cardine del piede. Anche se ho speso qualche secondo in più ne è valsa comunque la pena: mai (e sottolineo mai) ho avuto una così piacevole sensazione al piede, che sento perfettamente collegato alla pala e allo stesso tempo molto comodo. Tutto è “saldato” ma senza costrizioni.
Parto dalla riva in direzione dei miei hotspot. Sto nuotando a favore di corrente e mi concentro sulle gambe per osservare al meglio le caratteristiche di queste Revolution. Lo spostamento in avanti risulta un po’ più lento rispetto a quello garantito dalle mie pinne abituali (un modello in carbonio), e comunque è anche vero che ampliando l’ampiezza della falcata riesco a migliorare sensibilmente la spinta. La spiegazione di questa caratteristica è semplice: la pala Revolution è all’estremità superiore molto stretta (ha una larghezza di fatto pari a quella della scarpetta), di conseguenza se cerco una spinta maggiore devo far lavorare di più le estremità, e ciò avviene ampliando la falcata.
Arrivo sulla verticale della prima tappa, saranno circa 4,5 mt di fondale misto fra scoglio, sabbia e posidonia. Scelgo un avvallamento e parto con la capovolta. Appena le pinne sono completamente immerse cambia di molto il loro comportamento. A questo punto la spinta è notevole, quasi indistinguibile dalle mie precedenti in composito. Sono così concentrato sulle pinne che mi dimentico il mio obiettivo primario, ossia il fatto che sono a pesca, quindi il primo branco di cefali mi passa davanti indisturbato.
Continuo l’azione con vari tuffi a diverse batimetriche. Onestamente ritengo che in basso e medio fondale le pinne vadano benissimo, sia riguardo la spinta che nello stacco dal fondo, e non percepisco l’esigenza di avere a disposizione prodotti più performanti. La temperatura dell’acqua è ancora intorno ai 15°, freddina ma accettabile per due o tre ore di pesca, e mentre mi trovo a metà di questo intervallo rimango ancora stupito dalla comodità della calzata. Anzi la sensazione è ancora più piacevole perché la scarpetta mi mantiene il piede più caldo del normale.
Ad un certo punto mi ritrovo nei pressi di una lunga franata composta da grandi blocchi che si adagia su un fondale di circa 16 mt: uno dei miei posti preferiti per l’agguato. Ed è proprio in questa tecnica che secondo me le Sporasub Revolution danno il meglio, infatti riesco a gestirle con scioltezza nello slalom fra i massi e l’estrema sensibilità fra piede e pala mi regala una accentuata sensazione di controllo.
Ne pagano il contributo un sarago, un cefalo e un polpo, tutti presi durante le diverse azioni all’agguato. Invece all’aspetto non compare niente di buono, a parte un branco di bei serra che ha fatto rapidamente capolino da lontano, facendomi sperare in un felice incontro durante uno dei tanti tuffi. La prima pescata con le Sporasub Revolution finisce così. Rientro al punto di partenza ed esco, in tutto 2:45 di azione. Non mi sono stancato e i piedi sono rilassati come quando sono entrato.
Sono molto soddisfatto di queste pinne “rivoluzionarie”, vanno bene in tutte le azioni ma soprattutto all’agguato, la comodità è il massimo (impossibile trovare di meglio), l’unico punto a sfavore lo attribuisco alla resa in superficie che è inferiore alla media a parità di falcata. Soffrono inoltre di una leggera derapata che a mio parere si può correggere aggiungendo dei canalizzatori (interessante esperimento).
Attenzione: le pinne e il loro modo di rispondere variano da persona a persona in base al peso, zavorra, batimetrica e stile di pinneggiata, quindi prendete la mia valutazione come strettamente personale.
A chi si rivolge la revolution? In assoluto a chi ha problemi di calzata e non si trova benissimo con le normali scarpette, oppure a chi normalmente effettua pescate di molte ore. Questo modello Sporasub è in tecnopolimero, quindi non è giusto metterle a confronto con i prodotti in composito (carbonio, vtr, ecc.), se devo proporre una classifica direi che come pala si colloca in posizione medio-alta per i prodotti della stessa categoria ma non al top. Probabilmente l’utente esigente che cerca un prodotto dalle grandi performances abissali non sarà contentissimo, invece il pescatore che vuole una pinna più completa sotto diversi aspetti sarà più che soddisfatto.
Il costo è superiore alla media, tuttavia la sola scarpetta giustifica l’80% dell’acquisto.
Ringrazio Nautica Sammarco di Manduria (TA) per la fornitura delle Revolution. Per eventuali acquisti andate su: www.nauticasammarco.it: il negozio è fornitissimo dei migliori marchi di pesca e apnea, e molti articoli sono in promozione ad un prezzo speciale.
AGGIORNAMENTO.
Questo sabato è toccato a me (SpongySub) provare le pinne, il mio test è stato eseguito partendo da riva e pescando sul basso fondo (quota massima raggiunta 6-7 mt) in una splendida giornata primaverile con vento da sud ed una buona corrente che dal mare spingeva verso terra.
Le mie Impressioni:
- COMFORT. Come già confermato da Ivan la sensazione che si avverte ne calzare queste pinne è eccezionale, tanto da permettere con estrema agevolazione qualsiasi movimento della pala nell’acqua senza avvertire nessuna fatica ne sul collo e tantomeno nella pianta del piede.
- ASSETTO. Abitualmente le battute di pesca nel basso fondo comportano l’utilizzo di zavorra sulle caviglie, per poter correggere la positività delle pinne . Nonostante indossati calzari da 4,00 mm per questa prova non ho utilizzato nessuna zavorra e con grande sorpresa le Sporasub Revolution hanno generato una lieve positività delle pale perfettamente gestibile con semplici movimenti del piede, senza dover tanto faticare con le gambe. Ottima gestione del posizionamento delle pinne in fase di aspetto.
- DISCESA. Nella manovra di tuffo Sporasub Revolution garantiscono una buona spinta. Tale spinta è ottima anche nelle manovre di spostamento sotto l’acqua per raggiungere il luogo ove effettuare l’aspetto.
- SPOSTAMENTI. A differenza delle pinne tradizionali, con maggior evidenza per quelle con pale in carbonio solitamente provviste di longheroni laterali per garantire una maggiore canalizzazione della massa d’acqua spostata, con le Sporasub Revolution ho dovuto pinneggiare molto di più per poter guadagnare metri, soprattutto avendo la corrente opposta a i miei spostamenti , rispetto alle mie abituali pinne (per dovere di cronaca solitamente utilizzo scarpetta Mares Razor con pale in carbonio GFT). Però ho notato una differenza: solitamente in tale situazione, ove si percorrono lunghe distanze in superficie, con le classiche scarpette si avverte un maggiore sforzo nella zona della pianta del piede e un lieve affaticamento delle gambe. Con le Revolution, ivece, la sensazione è opposta: una lieve fatica nelle gambe per poter guadagnare metri in superficie ma nessun affaticamento del plantare.
Nel complesso posso affermare la mia piena soddisfazione nell’utilizzo di queste pinne con scarpette “rivoluzionarie”, ma tengo a precisare che sarebbe molto interessante se questo progetto non si fermasse sono qui, ma che potesse abbracciare a 360 gradi una rivoluzione per la “calzatura” del pesca sub, sia esso da basso, da medio che da profondo. Buon Mare a tutti voi.
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22 Comments
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Interessanti. Se non ricordo male la GFT ha prodotto (o sperimentato) delle pale specifiche per le scarpette Revolution. Non sarebbe male provare l’abbinamento.
eh! avessi tempo e soldi, mi farei fare una pala in carbonio ad-hoc per questa scarpetta, sarebbe il massimo.
Prova a sentire Tony, magari ne ha qualcuna da parte come prototipo…
Non so se Tony delle GFT abbia mai prodotto delle pale per queste scarpette, di sicuro esistono delle pale in carbonio della MassySUB (http://www.massysub.it/index.php/pale-in-carbonio-massysub/pale-per-scarpetta-sporasub-detail)
per poter montare una pala in composito di qualsiasi tipo su questa scarpetta occorrerebbe uno stampo dedicato con uno studio particolare dello spessore e dell’orientamento delle fibre nel punto in cui termina la scarpetta dove viene concentrato tutto lo sforzo.
vi consiglio di non provarle con nessuna pala diversa da quella in pvc fornita dalla ditta, a meno che non siate disposti a sacrificarle 🙂
una figata spaziale sarebbe una pala che si sgancia dalla scarpetta
Sono riuscito a trovarle ad un prezzo stracciato , ma non sono ancora convinto se prenderle o meno . Le ho provate in piscina e devo dire che la scarpetta è di una comodità assurda !! davvero sembra di indossare un paio di scarpe da ginnastica . Sono un pò perplesso sun punto di vista della profondità . é vero che rendono in superficie per comodità , ma se si raggiungono quote operative fonde ovvero dai 18 in giu ? come si comporterebbero ? Nessuno lo sa ??
alcuni atleti del team Spora le utilizzano da anni e anche per tuffi molto fondi
ma le scarpette sono negative o positive in acqua?
mbho, mi sono dimenticato di verificarlo e sinceramente non ho notato niente di particolare, quindi presumo che siano più o meno come qualsiasi altra pinna.
Bel servizio, immaginavo fossero comode ma temo non ci sia il mio numero, io uso il 46/48;il costo delle pinne suppergiù qual’è?
Jò, sei sicuro di aver bisogno di pinne? 😀
Oggi le trovi in offerta sui 110 euro o forse anche meno, prima erano vendute a circa 160.
In effetti potrei risparmiare. ….grazie dell’info
Quando sono uscite queste pinne con questo tipo di scarpetta pensavo fosse una classica operazione di Marketing che avrebbe previsto la vera novità e rivoluzione, ovvero una scarpetta identica ma non attacco pinne a baionetta. In pratica la comodità di uscire direttamente con le scarpette da casa ( come i ciclisti per intenderci) e una volta arrivati al mare montare le pinne con un banale innesto rapido.
Invece sono rimasto deluso, ma sono convinto che presto le aziende si sposteranno verso questo tipo di soluzioni.
Buon mare.
Nick
io ho queste pinne da alcuni anni……….adesso ti dico alcune cose che in 2.45 non potresti sapere prima di tutto le alette direzionali dopo qualche tempo si spaccano soèpratutto quelle sulla suola dopo averle incollate un paio di volte ho lasciato eprdere e senza la pinnata scivola potevano farle dello stesso materiale della pala ? dopo la capovolta in acqua una serie infinita di bollicine ti accompagnano sino al fondo…….la sagola della boa molto spesso si mette tra i laccetti della scarpetta o addirittura nel tallone (porto la boa in cintura con peso che sgancio sul fondo nella zona dove pesco) dopo 1 anno ho chiamato la sporasub e molto seriamente e gentilmente me ne hanno dato un paio nuove perchè i laccetti se tirati troppo tendono a rompersi e mi si erano arrugginiti gli anelli dove passano i laccetti per allacciare la scarpetta……quelle che mi hanno dato non si sono arrugginite. le avevo comprate per la comodita di usarle con e senza calzari e per metterle comodamente in valigia svitando la scarpetta, la scarpetta impiega 24h ad asciugarsi con clima secco ! per cui vedete voi se comprarle o no ! ultima cosa se andate a fare un bagno in spiaggia con amschera e pinne attirerete molto l’attenzione sopratutto delle donne ! 🙂
dimenticavo sono super positive, indispensabili cavigliere da 500gr in acque basse senza cavigliere sono un disastro !
Insomma l’idea è buona ma ancora molto da perfezionare, tra l’altro sono anni che ho abolito le cavigliere…
ciao Ivan
secondo te le pale della Revolution sono dure medie o soft ?
io le trovo stancanti per i lunghi tragitti in superficie……
rispetto alle seac S900 quali sono le più morbide ?
Le salvimar System one sono dure medie o morbide ?
sto cercando un paio di pinne che mi permettano di fare lunghi tragitti in superficie parlo di km ovviamente, senza stancarmi troppo i polpacci !
grazie
Direi che le revolution corrispondono ad una durezza media.
Le pinne che secondo me risultano più comode in superficie sono le omer stingray, che ho avuto per un anno e mi trovavo bene.
grazie per il tua risposta e aggiungo
….avendo 4 pale delle revolution , (per un cambio scarpette difettose mi sono ritrovato con 4 pale cambiate dalla sporasub al sottoscritto dopo aver riscontrato un problema alle scarpette) preso dalla voglia di sperimentare ho preso trapano ed ho fatto dei buchi ispirandomi alle pinne effesub whalebone ed alle salvimar system one, purtroppo non posso farsi vedere le foto del risultato in questa pagina cmq ho fatto circa 80 buchi di 0,4cm in prossimità della scarpetta distribuiti a 3 a 3 su tre strisce)
risultato in acqua ; ho provato una pinna con la pala normale ed una con la pala forata…….. con la pala forata faccio meno fatica nella pianeggiata e a parità di forza spinge di più !!! secondo me perché avendo meno resistenza con l’acqua riesco ad imprimere una maggior velocità a parità di spinta alla pala con i fori !
sono contento del risultato ed anche per aver risparmiato !
Hai trovato una soluzione geniale, buon per te se va meglio di prima.
Ho solo un appunto, così hai indebolito la pala con la possibilità di facilitare una rottura sotto sforzo, mi raccomando attenzione.
geniale…..non esagerare !!
vediamo quanto durano……ti farò sapere in media faccio dai 2km in su di nuoto in superficie quando vado a pescare più le apnee ! se non mi senti vuol dire che hanno tenuto !!!
ciao e grazie per i tuoi consigli sempre utili !