pale in carbonio gft bassofondoHo sempre letto su molti forum delle eccezionali prestazioni delle pinne in carbonio, a sentire alcuni utenti sembra che con queste pinne nuoti come se avessi un motore ai piedi. A questo punto volevo provarle anche io e dopo tante letture e ricerche ho finalmente trovato il prodotto giusto fra prezzo e caratteristiche, ovvero le GFT modello Bassofondo. Le pinne in carbonio costano più del doppio di una normale pinna in polimero (plastica) quindi dovevo scegliere per bene, visto il portafoglio risicato non potevo permettermi errori.

Ho cominciato quindi a spulciare online tutti i cataloghi dei produttori di artcoli in carbonio e ho scelto la GFT perchè i suoi prodotti, a parità di caratteristiche, costano qualcosina in meno e soprattutto hanno dei modelli dedicati alle varie profondità di esercizio o tecniche di pesca. Altro particolare che mi è piaciuto è la loro sobrietà estetica con un colore grigio/nero opaco privo di loghi o disegnini dai colori vivaci.

Siccome il mio ambito di pesca si svolge al 99% nei primi 5 metri, mi è sembrato giusto scegliere il modello Bassofondo. Questo modello ha 2 durezze: soft e medium, ho scelto le medium perchè volevo provare la sensazione di una spinta più energetica ed ero convinto di avere una adeguata massa muscolare nelle gambe. Così mi sono deciso è ho effettuato l’acquisto di queste pale in carbonio, ho sacrificato le mie omer stingray per usare la scarpetta. Il montaggio è avvenuto mediante incollaggio e senza usare viti.

Felice e contento di avere anche io la “ferrari” delle pinne sono andato subito a mare per provare (il bello della pesca subacquea è anche provare la stessa sensazione di un bambino nel giorno di natale), purtroppo il mare era un po agitato e con forte vento, non erano le condizioni migliori per apprezzare l’acquisto ma ci volevo provare lo stesso e così via…

La prima sensazione è stata di notevole durezza e sforzo, ho faticato tantissimo per muovermi in superficie tantè che inizialmente ho pensato di aver fatto un errore a prendermi la versione più dura, poi ho provato a fare un po di tuffi e qui mi sono rincuorato perchè salivo e scendevo agevolmente dai 4/5 metri con solo un paio di pinneggiate. Probabilmente le condizioni marine non hanno favorito un test pulito e comunque a fine pescata ero veramente stanco a furia di spingere queste pale.

Ovviamente da allora ho fatto altre pescate e in condizioni migliori, la sensazione di durezza è andata via via scomparendo, quindi ho scoperto che ci vogliono almeno 3 o 4 uscite prima di abituarsi alle pale in carbonio, ora mi sembrano normali e sto cominciando ad apprezzare veramente la reattività del carbonio. Le GFT Bassofondo sono quindi ottime per il mio stile di pesca sottocosta, lunghe 65cm quindi più corte delle normali pinne da apena (circa 90cm), non so esattamente il perchè di questo ma la pala corta mi è sembrata un gran vantaggio pescando tra gli scogli affioranti o le barriere di blocchi frangiflutti, il peso è leggerissimo tanto da farti dimenticare da subito che le hai indosso.

Negli spostamenti in superficie ho notato solo un lieve miglioramento rispetto ai modelli in altri materiali, invece nei tuffi la differenza si sente subito. Quando la pala in carbonio prende bene l’acqua non c’è paragone, due colpi energici di gamba e voli su e giù come un pesce. Tuttavia devo ammettere che dopo le letture nei forum mi immaginavo le pale in carbonio molto più performanti di quanto riscontrato in realtà, quindi vista la spesa da fare le consiglio ai pescatori esigenti che vanno a mare con una certa regolarità.

Questo è l’unico modello in carbonio provato non ho altri termini di paragone però posso dirvi che ora sono molto soddisfatto, non credo che ritornerò più ai modelli in polimero. Se avete le mie stesse esigenze rivolgetevi tranquillamente alla GFT e optate per le Bassofondo, se poi siete sportivi e allenati allora vanno bene le medium altrimenti scegliete le soft per non stressarvi.

– Aggiornamento del 2 Agosto –

Per le mie pale in carbonio GFT ho utilizzato l’incollaggio con silicone senza viti, utilizzando le scarpette Omer Stingray. Dopo circa 2 mesi d’uso ho notato che le pale si stanno staccando perchè il silicone non tiene sulla scarpetta, ho quindi contattato la GFT per chiedere una procedura migliore. Tony, titolare della GFT Carbonio, mi ha invitato a spedirli le pinne in modo da applicare le viti con il vantaggio che se l’avesse fatto lui non avrei perso la garanzia. Visto che fortunatamente la ditta si trova a soli 40km dal mio comune ho deciso di portarle di persone e con l’occasione scambiare 4 chiacchere.

Ho cosi conosciuto Tony, che fin da subito mi è sembrato simpatico e preparatissimo sul carbonio. Dopo la nostra chiaccherata ho deciso di cambiare scarpetta e montarli una Delta One Salvimar, non solo per una questione di prestazioni ma anche per avere pronte all’uso anche le precedenti stingray. Da Tony ho appreso che la GFT ha già cominciato la produzione delle pinne con la tecnologia dello spessore differenziato, cioè le pale man mano che si avvicinano all’estremità diventano più sottili. Il vantaggio delle pale in carbonio a spessore differenziato consiste in uno sforzo ridotto nella pinneggiata, miglioria maggiormente avvertibile nei movimenti rapidi e negli spostamenti in superficie.

A questo punto non potevo che accettare l’offerta del cambio nella nuova versione, in settimana avrò le nuove GFT Bassofondo con scarpetta Delta One Salvimar, quindi seguite questo articolo nei prossimi giorni per avere la recensione definitiva.

– Aggiornamento del 5 Agosto – GFT Bassofondo a spessore differenziato

Ho ritirato la nuova pinna a spessore differenziato e sono andato direttamente a mare. Gallipoli, tardo pomeriggio e forte vento da NW, si vede chiaramente che c’è corrente però il mare è quasi calmo, volevo provare le pale in condizioni neutre però va bene lo stesso e mi preparo. Intanto, l’assemblaggio fatto direttamente da GFT è perfetto, la scarpetta Salvimar è comodissima, fasciante e si indossa rapidamente.

Comincio a pinneggiare controcorrente per raggiungere la mia zona di pesca, ed è qui che mi accorgo subito della differenza rispetto alla prima versione, non ho più la sensazione di durezza, anzi la gestisco come una normale pinna da apnea. Lo spostamento in superficie è buono, essendo una pala più corta è necessaria una falcata più ampia che però non stanca e spinge con decisione.

Provo i primi tuffi a circa 5 metri di fondo, e qui si scopre tutta la bontà del carbonio, salgo e scendo in 2 secondi con poco sforzo come nessuna pinna in polimero può fare. Questa nuova versione della GFT Carbonio Bassondo a spessore differenziato è una perfezione tecnologica che unisce spinta e leggerezza, essendo poi più corte della normale misura da apnea si gestiscono in qualunque spazio, tra agguato e aspetto, senza mai urtare tra di loro o sugli scogli.

Dopo 2 ore, intento a pescare, realizzo che mi sono spostato di quasi 150 metri sempre contro corrente senza però accorgermi o avvisare la stanchezza del tragitto, questo mi conferma ulteriormente che le pale in carbonio a spessore differenziato sono veramente l’uovo di colombo del pesca sub. Poi ho provato a fare il tragitto di ritorno a ritmo sostenuto, ora la durezza medium del carbonio si fa sentire e dopo alcuni minuti ho il fiatone. Le bassofondo sono quindi progettate e ottimizzate per il pescatore sottocosta che opera entro certi limiti, a quote sopra i dieci metri e che normalmente non ha necessità di pinneggiare per lunghi tragitti.

Le pale provate corrispondono alla durezza medium e sono giuste per le mie gambe abbastanza allenate con 2 o 3 uscite settimanali per tutto l’anno, per chi è meno sportivo e non vuole incorrere in affaticamento consiglio vivamente la durezza soft, che per intenderci è comunque superiore come spinta a molte pinne da apnea ma con il vantaggio però di essere una “pantofola” del mare.

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