Scusate l’allusione ai cartoon anni 70, ma questa volta ci voleva proprio un’esclamazione all’altezza della notizia che mi è appena giunta, la nuova pala in carbonio della vulcanica GFT. Si chiama Aero, non a caso, infatti GFT oltre ai precedenti standard di qualità ed esperienza ha messo in campo anche la partnership con gli ingegneri dell’Università di Lecce, andando a lavorare con tecniche e tecnologie aeronautiche per realizzare una pala dalle caratteristiche senza precedenti.

La nuova tecnologia di produzione chiamata HF (Hot Forming) prevede la totale eliminazione di qualunque imperfezione e infiltrazione d’aria nel processo, ottenendo quindi una lastra di composito perfetta, comunque lasciamo questi dettagli ai tecnici e parliamo invece del nostro sport.

Le pinne in carbonio GFT Aero sono veramente rivoluzionarie, una flessibilità e resistenza mai raggiunte da altri modelli, a questo punto penserete che una pala così non spinge molto, invece no, sono stati in grado di mantenere le caratteristiche di reattività e ritorno elastico classiche delle pinne in carbonio. Sapete quanto pesa una pala? poco meno di 250gr, una piuma!

Queste nuove Aero saranno in grado di portarci rapidamente a qualunque quota risparmiando però in energia e affaticamento. Promettono quindi non bene ma benissimo, non le ho ancora provate, ma mi hanno promesso un test che farò a breve, tuttavia per l’esperienza accumulata in questi anni so quanto è importante trovare una pala reattiva e che mi faccia risparmiare ossigeno utile a prolungare l’apnea.

Se notate bene, nel video sottostante, alla scarpetta sono stati rimossi i longheroni, perchè? Con queste Aero sfruttiamo la dinamica di tutta pala senza costrizioni aggiunte, anche in quella zona che normalmente è il tallone d’achille delle pinne, GFT ha progettato bene gli spessori e grazie ai canalizzatori lunghi possiamo usufruire contemporaneamente di spinta e leggerezza.

Accattivanti i canalizzatori rossi, danno un’aria molto sportiva al prodotto finale e sappiamo tutti che il rosso in profondità è il primo colore a perdere saturazione e diventare neutro (una specie di grigio), personalmente parlando auspico in futuro una versione più mimetica e adatta agli amanti del bassofondo.

Nell’attesa del test sul campo vi posto il video dimostrativo:

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