Non sono ancora un pescatore di tana assiduo, ma certi giorni di inverno quando l’acqua è veramente torbida mi serve un fucile corto, anzi cortissimo. E’ risaputo che quando andiamo sul corto il fucile pneumatico è imbattibile, purtroppo io con questi aggeggi a pressione non ho mai trovato feeling quindi mi sono dedicato alla scelta di un piccolo arbalete.

In questo caso non sapevo esattamente cosa volevo, tranne per la misura che doveva essere 60, invece la maggior parte dei corti si trovano in vendita come 50 o 55. Mi sono prefissato questa misura perchè l’intento non era di pescare in tana ma di andare a caccia di spigole fra gennaio e febbraio quando la visibilità dell’acqua è sotto i due metri, quindi volevo un fucile corto ma comunque sufficientemente potente da tentare un tiro non vicinissimo.

Ne ho visti tanti, tutti buoni, però il cressi comanche mi è piaciuto da subito, oltre che per il prezzo non eccessivo era l’unico da 60 armato con la thaitiana e una testata minimale. Tutti gli altri invece erano dotati della classica fiocina, aggeggio molto valido per la tana un po’ meno per i tiri liberi.

L’impugnatura è la vecchia classica Cressi, una versione sempre valida come presa e comodità che ha accompagnato molti pescatori d’altri tempi in storici campionati. La testata è chiusa ma comunque molto bassa e semplice con gli elastici a coppia. Una cosa buona di questo corto è che ha anche lo sgancia-sagola invece delle sole pinzette.

L’unica modifica che ho effettuato è stata di cambiare l’ogiva originale perchè troppo lunga, ne ho messo una piccola snodata della omer, guadagnando così importanti centimetri per la stiratura degli elastici.

Per provare il piccolo Cressi sono andato a Gallipoli, in un posto che conosco molto bene dove c’è una barriera di scogli artificiali, il luogo adatto dove dedicarsi all’agguato di spigole e salpe. Infatti l’acqua era veramente torbida, circa 2mt, non riuscivo a vedere il fondo anche se basso e infatti ho provato a fare pochissimi aspetti, forse solo un paio.

Per tutto il tempo ho semplicemente fatto zig-zag fra gli scogli affioranti in maniera molto silenziosa e cauta, cercando di cogliere qualsiasi movimento in quella specie di caffe-latte in cui mi ero immerso. Il Comanche 60 si brandeggia con grande rapidità quindi ero pronto a girarlo in qualsiasi direzione alla minima ombra. Infatti su 4 tiri effettuati 3 sono andati a segno, in poco più di un’ora ho collezionato due cefali e una salpa, niente di cui essere fieri ma quel giorno veramente non girava nulla. I tiri del Comanche 60 sono ottimi, per questo l’ho impiombato con due giri di sagola, se si fosse presentata qualche spigola sarei sicuramente riuscito a prenderla.

Ora siamo finalmente alle porte della primavera e l’acqua sta cominciando a regalare una visibilità degna di un buon 90, tuttavia il piccolo Cressi 60 mi è piaciuto molto e l’ho messo fisso in plancetta accanto alla torcia, d’ora in poi le sue missioni saranno dedicate a saraghi e orate intanate.

Vi allego la foto del test, ma scusatemi per la risoluzione perchè l’ho fatta dal telefonino.

 

— Aggiornamento articolo: le mie modifiche —

Come promesso vi allego la foto di come ho sistemato e migliorato il piccolo cressi 60:

Come poteve vedere le modifiche sono due:

1) taglio dell’appoggio sternale a forma di V, in questo modo posso vedere meglio la punta.
2) sostituzione con testata aperta, avevo a disposizione solo quella seac che vedete, presumo sia più semplice con una aperta della cressi, ad es. la geronimo elite.

Ora l’elastico è uno circolare da 16mm, l’asta invece è quella originale. Con queste due modifiche il fucile è perfetto anche all’agguato, ora vedo tutta l’asta.