Prima o poi tutti i pesca sub fedeli all’arbalete giungono alla realizzazione del doppio elastico, il motivo principale di questa scelta è di insidiare con efficenza prede difficili e impegnative che normalmente non riusciamo ad avvicinare. Fra le varianti possibili, la configurazione maggiormente apprezzata è un’asta da 6,5mm e doppio elastico da 16mm, questa infatti rappresenta quella con il miglior rapporto fra velocità del tiro e potenza d’impatto adatti a sorprendere un vastissimo ventaglio di prede.

Quando adottare questa configurazione? La risposta è abbastanza varia e soggettiva, cioè dipende molto dall’abilità raggiunta e dalle prede a cui aspiriamo. Sicuramente non per tutti, o per meglio dire, non per il razzolatore sottocosta in cerca di cefali, spigole e salpe dalle dimensioni sotto il chilo. La doppa gomma da 16mm di norma si rivolge al pescatore all’aspetto, che ormai è riuscito ad avvicinare i dentici di mole o le stagionali ricciole di qualche chilo. In teoria tutto è possibile, ma preferisco consigliare questo allestimento ad una pesca più impegnativa e per utenti già esperti.

Su che fucile? Anche qui la risposta è varia, diciamo che è preferibile usare arbalete più pesanti, rigidi e nelle misure medio/lunghe. Il doppio elastico da 16mm restituisce un rinculo importante per questo motivo è necessario un fucile dalla massa generosa e che sia in grado di assorbire buona parte dell’energia senza aggravare troppo la nostra presa. Con un fucile dal fusto esile e leggero rischiamo di sbagliare tutti i tiri proprio a causa del movimento involontario che subiamo nell’istante del tiro, infatti questa configurazione viene spesso adottata negli arbalete in legno o in alcuni modelli commerciali appositamente studiati.

Una breve parentesi va aperta sulle misure, personalmente consiglio di pensare a questa configurazione per tutti i fucili dal 90 in su. Invece sui medio/corti l’esperienza mi insegna che non vi è molto beneficio in termini di gittata e tiro utile, ad esempio un fucile da 75 (che è ottimo per pescare all’agguato e a breve distanza) ha un raggio d’azione  comunque limitato e che difficilmente possiamo ampliare mantenendo la dovuta precisione, invece un arbalete da 100 può aspirare a insidiare prede oltre i 4mt quindi il doppio elastico da 16mm ci assicurerà una potenza micidiale anche a fine corsa.

Vediamo adesso come preparare il nostro arbalete e di cosa abbiamo bisogno. Con l’occasione ringraziamo la SigalSub per averci fornito asta, ogive ed elastici per allestire due arbalete, un Seatec Geko 90 e un Mares Phantom 110. SigalSub infatti è specializzata nella produzione di accessori per arbalete, i suoi prodotti sono realizzati con materie prime d’altissimo livello e con una tecnica dettata dall’esperienza dei più bravi pescatori in apnea.

L’elastico scelto è il Reactive Brown da 16mm, che si presenta color ambra all’interno e un sottile strato esterno di color vinaccia. Questo elastico risulta abbastanza morbido e molto progressivo, anche ad alti fattori non diventa mai legnoso. SigalSub mi ha consigliato un fattore non esasperato di 330% / 340%, e infatti ho provveduto a tagliare la parte necessaria esattamente a questa misura anche perchè un doppio 16mm è comunque molto potente e quindi non è necessario spingersi troppo nel fattore di allungamento.

La scelta dell’asta da abbinare è stata una Evolution da 6,5mm con tre perni bassi, monoaletta con cono. Sicuramente la SigalSub è leader nel settore aste, infatti queste sono realizzate con acciaio sandvik trattato termicamente, risultando quindi molto rigide e robuste. Per i tiri potenti la scelta di un’asta molto rigida è quasi obbligatoria, infatti riducendo al minimo le possibili vibrazioni il nostro tiro avrà il massimo dell’efficienza, preciso e rettilineo fino alla fine. I perni bassi della Evolution offrono pochissimo attrito e sono molto comodi in fase di caricamento, inoltre l’ultimo perno è notevolemente arretrato facendoci guadagnare un paio di centimetri in più del normale.

Primo test: Seatec Geko 90

Ecco la configurazione finale:

– Taglio elastici: a) 54cm – b) 52cm
– Ogiva: a) ML titanio – b) Dyneema
– Asta: Evolution 125cm per 6,5mm monoaletta
– Inpiombatura: 2 giri di sagola monofilo da 120, mulinello con dyneema da 1,5mm

Entrambi gli elastici sono stati calcolati al 340%, su quello corto ho preferito un’ogiva in dyneema e sul lungo (quello più arretrato) una ML in titanio per mantenere una certa distanza con l’elastico precedente. Il Geko con questo allestimento dimostra un brandeggio ottimo e un caricamento privo di sforzo, avrei potuto osare oltre il 340% tuttavia non ne vedo l’esigenza.

Comincio una serie di aspetti nella zona di Otranto, scarto i primi saraghi che si avvicinano perchè non sono abbastanza grossi per giustificare l’arma impugnata, preferisco attendere qualche preda più difficile. Siamo a metà novembre e spero in qualche ricciola o leccia, purtroppo dopo quasi un’ora e mezza nulla di importante si presenta all’appuntamento quindi decido di cambiare punto e cercare i grossi cefali di questa stagione. Detto e fatto, incontro dei branchi di cefali di pezzatura mista che pattugliano un fondale semi sabbioso.

Voglio testare questo allestimento in condizioni più estreme del solito, quindi alla fine di un agguato/aspetto punto il cefalo più grosso e distante, sparo e lo centro in pieno ad una distanza di almeno 4 metri dalla punta del fucile. Rinculo presente ma decisamente gestibile, l’asta è stata lanciata veloce e al limite della visibilità, precisione ai massimi livelli, in poche parole è stato un tiro fantastico.

Il cefalo, preda meno nobile di altre, ha comunque una particolarità cioè è un pesce molto duro, soprattutto per quelli oltre il chilo, infatti se preso sul dorso di solito rimane in asta e difficilmente insagolato. Quello che è stato l’oggetto del mio esperimento era quasi di 1,5kg ed è stato insagolato 4mt come fosse un semplice foglio di carta, da questa semplice prova l’esperienza mi insegna che ho abbastanza potenza di fuoco per qualsiasi pesce mi si presenti.

Secondo test: Mares Phantom FV 110

Configurato in questo modo:

– Taglio elastici: a) 66cm – b) 65cm
– Ogiva: a) ML in titanio – b) Wire in titanio
– Asta: Evolution 150cm per 6,5mm monoaletta
– Inpiombatura: 2 giri di sagola monofilo da 120, mulinello con dyneema da 1,5mm

In questo caso ho calcolato gli elastici al 330% anche per avere meno difficoltà nel caricamento, infatti il secondo elastico (quello più arretrato) va caricato tutto d’un fiato fino al perno finale e questa oprazione su un 110 può pregiudicare il divertimento della pescata.

Per la prova del 110 mi sono recato in una località nei pressi di Gallipoli, anche sul Phantom non ho avuto difficolta aggiunte in brandeggio, e (pensavo peggio) il caricamento è stato rapido e senza problemi. Qualche giorno prima avevo visto in zona dei serra ma ero mal organizzato, oggi invece ho un cannone pronto a insidiare qualsiasi bestia fino a 5mt.

Provo i primi aspetti su un fondale di circa 6mt che degrada lentamente, i soliti saraghi si avvicinano ma fino ad un certo punto, comunque possono stare tranquilli perchè io dal basso guardo in alto e aspetto che qualche sagoma più interessante venga a curiosare. Chiamiamola fortuna o intuizione, ma non ci vuole molto per incrociare un branco di serra credo fra i 6 o 7 pezzi forse di ugual misura. Sono lontani ma così spavaldi da arrivarmi addosso, tanto che non riesco a spararli subito perchè il fucile è troppo lungo.

Mantengo la calma e aspetto l’esecuzione della loro parata, stanno quasi per abbandonarmi, correggo leggermente la mira e sparo all’esemplare più in vista ma comunque gia lontano oltre i 4mt. Sbam! Preso e fulminato, rimane quasi immobile bloccato sul codolo dell’asta, non è grandissimo ma i suoi 2kg sono ben voluti. Un ricordo indelebile è il rumore sordo che ho avverito al momento dell’impatto con l’asta, poverino, mezzo chilo di asta gli è arrivata come una cannonata.

Stavolta il rinculo è stato più presente, a causa sia della potenza che della massa più leggera del Phantom, tuttavia il braccio teso e la tensione del momento hanno reso il contraccolpo come una sensazione di secondo piano. Sicuramente il 110 con questa configurazione difficilmente si presta ai tiri d’imbracciata, non escludo però un successo anche in queste occasioni a distanze più ravvicinate. Per sfortuna in questo giorno ho avuto una grave dimenticanza, la mia fotocamera è rimasta in ufficio, per cui non ho potuto documentare la cattura quindi vi allego una semplice foto dell’allestimento.

Conclusioni

L’abbinamento fra doppio 16mm e asta da 6,5mm è perfetto per i miei gusti, i tiri sono molto veloci e potenti, micidiali anche a fine corsa. Questa configurazione è vivamente consigliata a chi è già forte di una buona esperienza e si dedica alle prede più impegnative come la cernia in caduta, il dentice o una grossa ricciola.

Invece sconsiglio al neofita di avventurarsi in questo ambito di potenza spinto dalla voglia di sparare a prede che non riesce ad avvicinare, in questo caso si avrà l’effetto contrario, cioè sbagliare tutti i pesci ed essere impossibilitato a catturare quelli vicini. Oltre a questo c’è sempre il rischio di distruggere l’asta in breve termine se per sbaglio non spariamo al libero.

Ricordiamoci che la potenza va di pari passo con la mole delle prede e non con la distanza di tiro, che invece va colmata con la tecnica e l’esperienza.

Per i dettagli su come realizzare praticamente un doppio elastico, leggete questo articolo…