Eccomi di nuovo qua, con un altro test: stavolta tocca a un cintura “porta piombi” particolare, e per certi versi rivoluzionaria: si tratta della cintura Berta, realizzata dalla Decatechnics.
Ho scoperto questa cintura grazie ad alcuni amici che me ne hanno parlato una sera, tra una birra e l’altra, dopo che la discussione è immancabilmente sfociata nella solita “avventura acquatica”.
Nei giorni seguenti a questa “scoperta”, spinto dalla curiosità, ho iniziato a “indagare”, fino ad approdare su un forum che tratta la nostra splendida passione, dove per l’appunto ho trovato una corposa discussione virtuale proprio sulla Berta. Da lì mi ci è voluto poco per mettermi direttamente in contatto con il titolare della Decatechnics, azienda fondata da persone che come noi sono appassionate di pesca in apnea, e acquistare questa particolare, nonché anche innovativa, cintura.
Si tratta di un prodotto relativamente giovane, introdotto recentemente sul mercato dopo numerosi test e miglioramenti. Il tutto ha dato come risultato finale la cintura che vedete nelle foto a corredo di questo articolo.
A tutti noi pescatori in apnea sarà capitato qualche volta di ritrovarci con la schiena indolenzita dopo una battuta di pesca di 4/5 ore, specialmente d’inverno, quando in un certo senso si è obbligati a indossare capi più spessi e pesanti, e di conseguenza aumentare il carico di zavorra, che solitamente, per la pesca in acqua bassa, supera i 10 kg.
Fortunatamente, negli anni, grazie soprattutto al “restyling” delle tecniche di pesca (in primis l’aspetto e l’agguato), sono arrivati accessori “complementari” che consentono di variare la zavorra, e soprattutto di distribuirla uniformemente.
Sto parlando ovviamente dello schienalino e delle cavigliere, accessori che, in tandem con la classica cintura, consentono una distribuzione migliore e più oculata dei pesi.

Tuttavia ci sono anche i “contro”, e sono certo che come me tutti voi appassionati avete avuto modo di provare sulla vostra “muta” alcuni dei problemi più classici che si hanno con questi sistemi di “zavorra modulare”? Di seguito ne citerò qualcuno a caso, tra i più frequenti.
Quante volte abbiamo fatto ricorso alle cavigliere per tenere giù le gambe, evitare di allarmare eccessivamente le prede in avvicinamento e tenere una posiziona rasente al fondo?
O ancora lo schienalino, che, benché fissato con varie fibbie, continuava a muoversi, e contribuiva a rendere più difficoltosa la respirazione?
Non c’è bisogno di pensarci troppo: parecchie!
Ecco, le premesse da cui sono partiti i ragazzi che hanno dato vita alla cintura Berta erano principalmente queste.
“Alleviare” le sofferenze dei pescatori che soffrono di dolori alla schiena in seguito all’uso ripetuto e prolungato dei sistemi di zavorra classici, e migliorare l’assetto del sub che effettua un’azione di caccia.
cintura portapiombi bertaTorniamo a noi.
Scrivo questo articolo dopo le non poche battute di pesca che sono seguite all’acquisto di questa nuova cintura (in effetti, chiamarla semplicemente cintura è riduttivo), e posso dire che i risultati che si sono prefissati quelli di Decatechnics sono stati ampiamente raggiunti.
Come si può vedere dalle foto, la Berta, non è affatto la classica cintura subacquea “porta zavorra”.
Le caratteristiche salienti, che alcune delle quali definirei innovative (e lo sono ancor di più se consideriamo che la cintura classica è rimasta tale nell’arco di decenni) sono:
• Il supporto/schienale in materiale plastico ricavato direttamente dal pieno: questa particolarità ne garantisce le ottime caratteristiche meccaniche, nonché la flessibilità e il conseguente adattamento alla fisionomia dell’utilizzatore. Ciò rappresenta una novità assoluta nel campo delle cinture subacquee.
• I cinghiaggi centrali sono realizzati usando un particolare caucciù naturale ad inserto tessile, che oltre a essere molto confortevole e robusto, ha anche una sorta di “elasticità controllata”, che evita alla cintura di scivolare eccessivamente durante gli spostamenti fuori dall’acqua.
• Per gli altri cinghiaggi è stato invece usato un caucciù sintetico, anche questo molto resistente.
• La fibbia ha dimensioni particolarmente generose, in modo da poter esse azionata anche con i guanti. Anche in questo caso abbiamo a che fare con una novità particolarmente apprezzata: infatti si tratta di una fibbia a sgancio rapido, quindi azionabile in un istante con una sola mano, usando due dita. La sicurezza viene prima di tutto!
• Naturalmente, il tutto è leggerissimo, molto resistente all’usura, ai raggi UV, e alle sollecitazioni meccaniche. In parole povere, la Berta, “apprezza volentieri i risciacqui post-pescata, ma non se la prende qualora ci si dimentichi di farle la doccia…”
• La cintura Berta è disponibile in due misure: la S/M, che va bene fino a 94 cm di circonferenza vita, oltre c’è la L/XL.
• Qualora ve lo stiate chiedendo, sulla Berta si possono disporre fino a 15 kg di zavorra: adatta quindi per la pesca estrema in un metro d’acqua…
• La confezione/blister della cintura in questione, oltre a contenere la berta (più qualche fermo di ricambio), funge anche da manuale d’uso, con tutte le istruzione per il “setting”. Per cui, ricordatevi di non gettarlo via appena disimballate il tutto…
Ora, spiegate e osservate il foglio di cartoncino che sigilla la busta, che come detto è un vero e proprio libretto di istruzioni.
Aprendolo, troverete tutte le informazioni utili, in particolare quelle inerenti la disposizione e la distribuzione dei piombi in base al nostro peso. Basta seguire queste semplici indicazioni per preparare al meglio la nostra Berta.
Consiglio caldamente di dotarsi almeno di due piombi a sgancio rapido, e posizionarli nei cinghiaggi centrali: in questo modo potrete far fronte ai necessari, e probabili, aggiustamenti della cintura durante le prime battute in mare.
Infatti, grazie alla disposizione ottimale dei piombi, è probabile che vi toccherà levare almeno un kg rispetto alla pesata che utilizzavate abitualmente quando vi portavate dietro il tris cavigliere – cintura – schienalino.
In più, grazie all’uso dei piombi mobili, potrete anche variare all’occorrenza le quote operative.
Nonostante abbiate già regolato la cintura a secco e siate convinti di averlo fatto adeguatamente, ricordate che la prima uscita in mare (probabilmente anche la seconda), dovrete dedicarla alle varie regolazioni dei cinghiaggi, della quantità di peso, e della disposizione dei piombi. E questo nonostante già durante il tragitto per arrivare in acqua abbiate la sensazione di aver azzeccato la configurazione giusta: merito dell’estrema comodità della cintura una volta indossata.
Magari nelle prime uscite le gambe non staranno subito rasenti al fondo come desiderate, o vi aspettate, e dovrete ricorrere ancora una volta alle cavigliere (per cui è preferibile le prime volte portarvele dietro), ma è solo una questione di messa a punto nella disposizione della cintura e dei piombi, e soprattutto della vostra acquaticità…
Concludo dicendo che grazie alla Berta potrete finalmente andare in acqua avendo tutta la zavorra necessaria disposta su un solo accessorio, senza lo schienalino che vi “pressa” la schiena, e vi impedisce degli ottimali atti respiratori, e senza le cavigliere, che rischiano di affaticare oltre modo le gambe.
E soprattutto, magari dopo ore passate a mollo, una volta rientrati a casa non avrete a che fare con quei fastidi alla schiena “causati” da questa stupenda passione che è la pesca in apnea.
E con questo chiudo, saluti da Antonino, alias ViperCarbon…

Editing e revisione dell’articolo by Tommaso Mytom