Questo è il primo di due articoli dedicati ai prodotti Saplast, tutti rigorosamente testati dallo staff di Pescasublog.it. Posso anticipare che l’impressione avuta riguardo alla qualità delle lavorazioni è ottima, per il resto… non vi resta che leggere il proseguo dell’articolo.
Pedagno
Di dimensioni e peso contenuto, il pedagno prodotto dalla Saplast è caratterizzato da una insolita forma a manubrio e dal consueto rivestimento in materiale gommoso, tipico delle lavorazioni effettuate da quest’azienda. Pesante soltanto 300 gr., grazie alla forma particolare è possibile un agevole e veloce collocamento sotto la cintura. Una volta infilato, soltanto un’azione volontaria o una trazione molto più violenta del normale (come ad esempio, e mi auguro non capiti mai a nessuno, il passaggio ravvicinato di un’imbarcazione) possono rimuoverlo da dove è stato riposto. Con altri prodotti mi è capitato di dover andare a recuperare la plancetta, rimasta indietro di diverse centinaia di metri, per aver perduto il pedagno senza essermene reso conto. Con il pedagno Saplast questo non sarebbe successo.
Con un peso di “soli” 300 gr. dovremmo fare maggiore attenzione a dove decideremo di calare il pedagno, valutando al contempo la forza della corrente e l’intensità del vento… ma nessuno ci impedisce di utilizzare due pedagni affiancati. Il foro per la sagola, in posizione centrale, agevola questa facile soluzione. Personalmente, considerati i fondali che solitamente frequento, ritengo che un solo pedagno è per me più che sufficiente.
Piombo a sgancio rapido
Un vero gioiello. Il piombo a sgancio rapido prodotto da Saplast è quanto di più comodo si possa trovare in commercio. Costituito da un supporto in plastica rigida da posizionare in cintura e da un piombo da 1 Kg., anch’esso rivestito in plastica rigida, si avvale di un particolare meccanismo tramite il quale è possibile rimuovere il piombo dalla sede soltanto se si agisce volontariamente sull’anello metallico inserito nel piombo stesso. Diversamente, i fermi automatici tengono il piombo saldamente ancorato al supporto, senza possibilità che questo si sganci accidentalmente.
Ho posizionato due di questi piombi nella mia cintura, in modo da poter variare agevolmente l’assetto in base alla profondità di pesca. L’anello in metallo, in oltre, permette di utilizzare il piombo come un normale pedagno.
Cavigliere Charly
Realizzate con la stessa tecnologia dello schienalino Tortuga, le cavigliere Saplast sono stampate su gomma, e quindi caratterizzate da rapida asciugatura. Di facile posizionamento, la chiusura è garantita da una lunga striscia di velcro. Personalmente ho ritenuto opportuno tagliare buona parte del velcro in eccesso, così che è diventato molto difficile per la sagola della boa trovare punti di appiglio. Bisogna fare attenzione a collocare lateralmente i due piombi inglobati nella struttura in gomma, altrimenti potrebbero dare fastidio al collo della caviglia o al tendine d’achille. Ho provato il modello da 500 gr. in gomma nera, ma a catalogo è presente anche il modello mimetico. Per entrambi i modelli è presente la versione da 1 kg.
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18 Comments
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Ciao Tommy, ho visionato i prodotti e devo confermare che l’impatto visivo è davvero importante, spero di provare (insieme ad Ivan) le cavigliere, mi sembrano molto interessanti, e lo schienalino. Sarò lieto di dare il mio personale contributo.
lo schienalino Saplast lo uso da quasi due anni e non lo cambierei per nessun motivo. Va già bene così, ma con alcune piccole modifiche diventa perfetto!
Mi sono aggiornato con Ivan che mi ha confermato le modifiche. Cercerò di fare un test.
Riguardo il pedagno, sono e sarò sempre convinto che è meglio non avere mai niente collegato alla cintura…per quanto possa sfilarsi facilmente.
Siccome, in ogni caso, il sagolone disturba l’azione di pesca e potenzialmente pericolosissimo, durante gli spostamenti a pinne, meglio tenerlo in mano…
Ne sò qualcosa quando,tanti anni fà, un deficiente con una piccola barca a vela mi agganciò il sagolone con la deriva e solo sganciando la cintura ho evitato il peggio…in pratica questo emerito co**** era passato fra me e il pallone. Il sagolone era lungo non più di venti metri…
Durante i LUNGHI spostamenti può essere una soluzione. Ma se come me passi la maggior parte del tempo in acqua bassa a fare lo slalom tra gli scogli, spesso senza pinneggiare e usando la sinistra per gli spostamenti, capisci che tenere il piombo in mano può essere estremamente deleterio per l’azione di pesca.
Detto questo, come ho scritto nell’articolo, il pedagno non deve essere agganciato alla cintura, ma sfilabile sotto trazione.
No Mytom, io pesco fra i 10 e i 20 metri, in genere. In inverno a quote inferiori. Comunque ti consiglio vivamente quando fai lo slalom fra gli scogli di ancorare il pallone nelle vicinanze e di essere libero da ogni potenziale appiglio. Io pesco molto all’aspetto e in tana, quindi quando arrivo in un punto che mi piace, pedagno pallone e acquascooter e pesco nel raggio di 20/30 metri al massimo.
Certo, se la zona è ricca di possibili appigli per la sagola mollo il pedagno e proseguo senza. Lo faccio sempre. Anche se devo dire che non mi piace tanto dovermi ricordare di recuperare il pallone o la plancetta prima di superare i 50 metri di distanza.
E’ vero, meglio non avere agganciata la boa su se stessi, sia per la rumorisità che per l’eventuale rischio di sicurezza. Però è pur vero che i piloti di natanti non conoscono affatto il significato della boa di segnalazione, perchè se così fosse devono mantenersi ad una distanza di 100 metri dalla stessa boa. Cazzo, non succede mai, e allora la tesi del buon Fabio ha ragione di esistere.
Interessante,non sapevo che l’anello dei piombi a sgancio fosse di metallo,meglio così,poi interessanti le cavigliere,ciao
Le cavigliere sono davvero belle, e soprattutto non si inzuppano. Riguardo all’anello può trattarsi di un falso ricordo, appena torno a casa controllo meglio.
Ho controllato. In effetti avevi ragione, l’anello è in plastica rigida, dall’aspetto molto solido, e non in metallo. 😉
Sono passato anch’io al pedagno sfilabile,quello della Seatec…….che ho appena perso,ora userò quello della vecchia sporasub,verde,quello che andava messo sotto le pinne per appesantirle al posto delle cavigliere,l’ho modificato perchè si sfili dal telaio di plastica facilmente;devo dire che ha ragione Fabio Famà,cioè che è meglio non essere vincolati,e tenere il pedagno in mano è un buon accorgimento,certo non sempre è possibile per problemi pratici.
Avere un peso adeguato per ancorare la boa,facilità allo sgancio e riaggancio,possibilità di mollare la cintura mantenendola vincolata alla boa per non perderla,poter agganciare la boa al fucile in caso di prede grosse o per lasciarlo sul fondo,silenziosità perchè se si usa il moschettone questo spesso sbatte contro l’anello di aggancio,tutte opzioni che non sono riuscito a condensare in un unico sistema e ho preferito la facilità di svincolarmi facilmente dalla sagola della boa,per non trovarmi a un metro dalla superfice bloccato dal nylon impigliato sotto uno scoglio e dover litigare con un moschettone con pochi secondi di autonomia o scegliere di mollare la cintura.
Ho messo un moschettone a una spanna di distanza dal piombo,così non fa rumore e mi permette comunque di attaccarci il fucile da mollare sul fondo quando voglio tornare alla boa per agganciarvi un piombo mobile o prendere un’altro fucile,poi ho eliminato il nylon da 0,80 che usavo perchè(dicono!)più silenzioso,ma troppo morbido e facile a fare volte e attaccarsi ovunque,quindi pericoloso,difficile da gestire perchè sottile,nel torbido lo si vede poco,se si impiglia nei piombi si perde ogni indulgenza plenaria e ci vuole un’altro Giubileo,dulcis in fundo è facilmente tranciabile dagli scogli,ed è così che ho perso il pedagno,nel tentativo di disincagliare il nylon nella fessura tra due lame di roccia,sui 15 metri nel buio delle 7,30 di sera.
L’unica silenziosità è non avere la boa,soprattutto le corvine sentono le vibrazioni del nylon e infatti se mi avvicino a una tana,mollo il pedagno;la sicurezza è non essere vincolati perchè avviene tutto dietro di noi e non è immediatamente controllabile,io spesso tendo la sagola dietro di me per controllare che non mi avvolga una pinna o la caviglia,meglio girarsi spesso,anche sott’acqua,per controllare che la sagola non sia attorno a una caviglia o sotto uno scoglio,e mollare il pedagno,anche per potersi completamente concentrare nell’azione di pesca.
Grazie Gioacchino, ottimo contributo. Cosa usi al posto del nylon da 80?
Niente di rivoluzionario,torno al nylon per racchette da tennis che dev’essere da 140,è più rigido,visibile e robusto e ne metterò 4-5 metri, non 7,perchè pescando a bassa propondità e risalire con troppa cima al bando che comincia a fare volte,magari con vento o corrente che porta la boa sulla propria verticale si rischia di emergere “dentro” il nylon,che poi non so quanto sia veramente utile averlo,il pesce lo vede e/o lo sente comunque,forse meglio una sagola comoda,visto che i dentici sono per me un altro pianeta,magari qualcuno più forte e esperto di me potrebbe parlarci di qualche aneddoto legato alle sagole della boa,un mio amico di S. Benedetto del Tronto,zona di pesca difficile mi diceva appunto che la presenza della sagola è percepita dai pesci al punto da metterli in allarme e vanificare le catture,parliamo di acqua bassa,mare di sabbia e situazioni in cui il silenzio(sempre relativo) è d’oro.
io uso 7/8 metri di nylon da 1,60, e poi direttamente la sagola. Tra il pedagno e la sagola uso una quarantina di centimetri di elastico in tessuto bianco.
Stavo pensando di collegare il nylon, anziché direttamente alla sagola arancione, a uno spezzone di 8/10 metri di sagola elastica omer, frapponendo tra i due un galleggiante trasparente (se non sbaglio la omer vende già un kit costruito in questo modo, ma costa uno sproposito).
Purtroppo la sagola omer non l’ho trovata nei negozi di zona, però appena mi capita ho intenzione di provarla.
Il tubicino nero Omer che aumenta 3 volte la sua lunghezza iniziale(mollllto evocativo!!) l’ho già provato e scartato,almeno per ciò che riguarda il mio utilizzo perchè se si opera vicino a scogli,con un po’ di vento e corrente la boa va dove vuole e non fai a tempo a tirare la sagola elastica per evitare che si incagli e hai difficoltà a disincagliarla perchè fai trazione comunque con un elastico,non puoi fare molta forza che viene comunque ammortizzata;l’utilizzo nel mio caso sarà eventualmente di un metro di tubicino,avvolto da 2 mt di nylon per avere una trazione finale rigida e il vantaggio di un po’ di elasticità in caso di impiglio,ma anche così mi sembra una forzatura,proprio per dire che lo uso;laddove invece è senz’altro utile per avere la boa vicino e non avere numerose volte di cima sopra la testa è in acque libere,su una secca o comunque in un punto adeguatamente lontano da impicci,non credo però che possa servire per mettere in trazione una preda o per mollare sul fondo della zavorra,ma solo per lasciare giù un pedagno leggero o rimanere sempre vincolati alla boa;ciao
Capito, terrò conto dei consigli.
Grazie.
Tanto per capirci,l’elastco bianco che usi penso sia un elastico “nautico”,più tenace e reattivo del tubicino omer che è molto molle,non si sente nulla quando tira,il mio è da 8 metri e diventa 24,solo quando comincia a essere quasi triplicato comincia a sentirsi,per quello che ti ritrovi la boa che è già andata sotto la doccia mentre tu beatamente ignaro ancora nuoticiao