Lo so bene: per diventare un bravo pescatore subacqueo ci vogliono tanta pratica, attenzione, costanza e determinazione. E anche un buon allenamento psicofisico, aggiungo.
Tuttavia io sono un inguaribile consumista, e se fosse per me passerei giornate intere per negozi a spendere e a lasciarmi sedurre dal demone dello shopping selvaggio.
Fortunatamente perso di potermi ritenere una persona responsabile e sufficientemente equilibrata, e nonostante questo mi comporti una certa frustrazione, riesco a contenere in qualche modo i miei istinti spendaccioni.
Questo per dire che si, per diventare un buon pescatore bisogna… imparare a pescare, prima di tutto. Ma se potessi comprerei ogni giorno nuova attrezzatura, da provare, ammirare e “collezionare”.
E visto che il gioco mi piace, provo a immaginare cosa acquisterei oggi se mi trovassi con le tasche inaspettatamente e misteriosamente piene di soldi.
Facile dire che il primo acquisto sarebbe un nuovo fucile. Inutile girarci intorno, alla fine ciò che più affascina noi pescatori è l’arma che ci permette di catturare la preda. Metto però un attimo da parte ciò che più mi piace e per vedere invece ciò che più mi serve.

attrezzatura pescaLe pinne. Un bel paio di pinne in carbonio, di quelle morbide e resistenti, adatte per il bassofondo. Ho letto tanto ultimamente, e a quanto pare chi prova il carbonio difficilmente torna al tecnopolimero. Io sinceramente mi sono stufato delle mie Cressi Gara 3000. Per carità, ottime pinne: morbide, resistenti e facilmente gestibili. Però, come tutte le pinne in tecnopolimero morbido, non rendono in condizioni di forte corrente e vento contrario. E se è vero che apparentemente non affaticano le gambe, per gli spostamenti sulle lunghe distanze in superficie la velocità di “crociera” è davvero troppo bassa. Lo stesso non si può dire per le pinne in carbonio, che grazie all’efficiente ritorno elastico permettono di percorrere lunghe distanze a buona velocità e affaticando poco le gambe. Un altro pianeta, insomma, ma a un prezzo importante. Diciamo dai 200 € in su (se si sfrutta qualche promozione). Per me avrei individuato le GFT o le Skorpio, con l’alternativa di qualche buona pinna in fibra di vetro. Vedremo.
Subito dopo le pinne mi dedicherei alla ricerca di un buon orologio profondimetro. Anche qui è importante misurarsi con il proprio budget. Se basso, va bene l’Omer Mik1, altrimenti il Nemo Apneist della Mares è il prodotto ideale. Se invece i soldi non sono un problema, allora un bel Suunto D4, che tra l’altro fa molto figo.
Una seconda maschera con ampio monovetro potrebbe farmi comodo. Di fatto non ho mai usato le monovetro, che per il bassofondo dovrebbero essere la soluzione ideale.
Passiamo alla muta: le mie due mute, la 7 e la 5 mm., quasi non cela fanno più. Andrebbero sostituite entrambi. Quelle su misurano sono le migliori, ma costano parecchio. Certo che nel caso mi farei fare il pisciarino. Non ne posso più di… insomma, avete capito. Visto che sto immaginando di non avere problemi economici, direi che due pantaloni, da 3 e da 5 mm., e due giacche, da 5 e da 7, dovrebbero coprire l’intero anno. Ovviamente il tutto deve essere rigorosamente mimetico, del tipo a scomposizione.
Mi serve una plancetta. Quella costruita da me va abbastanza bene, ma una bella Omer Shardana potrebbe fare al mio caso.
E finalmente arriviamo al fucile. Quelli che ho vanno bene, per carità. Ma avrei tanta voglia di provare un airbalete, nella misura 100, in abbinamento con la modifica sottovuoto X-Power. Avrà dei difetti, ma l’airbalete mi ha sempre affascinato, e prima o poi riuscirò a comprarlo… A meno che non entri in produzione in tempi brevi quel fucile che sta progettando il buon Marco Paganelli.
Speriamo non se la prenda se rivelo che sono andati a buon fine i test di utilizzo a 45 atmosfere
Ok, fine del sogno. Non so se riuscirò ad entrare in acqua tra domenica e lunedì prossimo, portandomi dietro la mia attrezzatura scalcinata. Cercherò di consolarmi, nel caso, con qualche bella preda.