Un prodotto quasi mai trattato nei siti e nelle riviste di settore e che viene spesso sottovalutato da noi pescatori riguarda le scarpette delle pinne. Da molti viene considerato un argomento marginale, oppure viene semplicemente bollato con la considerazione che la miglior scarpetta è “la scarpetta che si adatta meglio al proprio piede”; ma in realtà si tratta di un argomento molto più degno di nota. Cambiare la scarpetta di una pinna significa cambiare il comportamento della pala in acqua. Si può quindi personalizzare la pinneggiata in base a quelle che sono le proprie esigenze. Noi “pescatori del futuro” che modifichiamo ormai tutto per adattarlo alle nostre esigenze, non possiamo lasciarci sfuggire l’importanza della personalizzazione del nostro organo propulsivo, il cui uso è determinante per l’apnea e la sicurezza.
La “teoria” della scarpetta personalizzata, come detto prima, si presta a molte considerazioni puramente soggettive che dipendono dalla calzata del piede e dalle sensazioni che essa ci trasmette delle pale. Ci sono, però, alcuni elementi puramente oggettivi che richiedono importanti valutazioni se desideriamo ritoccare i parametri delle pale. Non tutti ovviamente ricerchiamo la resa massima, ma conoscere ogni modello di scarpetta che il mercato ci offre ed i fattori che sono determinanti per ogni tipo di comportamento della pala, è necessario per cimentarsi in questo tipo di personalizzazione.
Prima di analizzare il prodotto di ogni azienda commerciale, è bene richiamare qualche cenno teorico non troppo impegnativo per capire cosa si cela dietro una scarpetta.
Esistono principalmente 3 parametri sui quali ogni scarpetta ha delle specifiche caratteristiche che la rendono unica: la posizione della forza applicata sotto il piede, l’angolazione con la quale la pala sarà orientata rispetto all’asse longitudinale del piede, ed i longheroni.
La feritoia della scarpetta consente l’incastro nel quale la pala si fissa. Quanto più questo punto è prossimo al metatarso del piede (sarebbe il “cuscinetto” di pelle dal quale partono le dita), tanto più la pala graverà meno sui muscoli della caviglia ma avrà bisogno di una pinneggiata da manuale per muoversi correttamente. Le scarpette che invece consentono di applicare la forza con tutta la pianta del piede, spesso consentono efficacemente la pinneggiata “a bicicletta” o movimenti spuri.
L’angolazione della scarpetta è di fondamentale importanza non solo per la compatibilità con determinate pale, ma anche per altri importanti fattori. Una pala angolata adeguatamente rispetto alle nostre esigenze ci impedirà, a piede disteso, di urtare scogli, permettendo al contempo di tenerela perfettamente orizzontale o verticale rispetto al fondo a seconda di come ci muoviamo. Durante la pescata potremmo scegliere la scarpetta che ci consentirà di mantenere la pala nella posizione più conveniente rispetto alla nostra postura abituale. In questo modo non dovremmo correggere alcun movimento e la pescata risulterà molto più istintiva e naturale. L’attenzione del subacqueo si potrà rivolgere esclusivamente all’azione di pesca. È bene ricordarsi, però, che delle pinne molto angolate daranno –in genere- uno sprint iniziale basso.
I longheroni sostengono il profilo della pala ed incidono sulla curvatura che essa assumerà. Molto spesso fungono anche da canalizzatori dell’acqua, aumentando il rendimento propulsivo ed evitando dispersioni. Ogni scarpetta possiede una tipologia di longherone differente per geometria e materiali. I parametri che in genere cambiano sono durezza, spessore e lunghezza.
Ci sono anche scarpette del tutto prive di longheroni. Non bisogna pensare che, a prescindere, una scarpetta priva di longheroni faccia muovere meglio una pala. Bisogna considerare le caratteristiche della pala stessa. La sua reattività, il grado di sollecitazione ed il ciclo di ripetibilità con la quale le sollecitazioni gravano sulla struttura della pala.
Ho creato una tabella che sintetizza tutte le caratteristiche delle scarpette in commercio più diffuse. Per ogni modello, per semplificazione, indicherò angolatura, tipo di innesto e caratteristiche dei longheroni. Abbiamo così una mappa grazie alla quale possiamo valutare le eventuali modifiche da apportare alle nostre pinne.
Terminiamo questo articolo con un auspicio, ossia un messaggio indiretto alle case costruttrici. Sarebbe bello se nei prossimi anni, tutte le aziende impegnate nello studio del settore, contribuissero ad offrire soluzioni variegate e standardizzate, così come è accaduto con gli accessori dei componenti dell’attrezzatura per la pesca subacquea in apnea.
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23 Comments
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complimenti ottimo lavoro
concordo
Bel lavoro Francesco!
P.S. Le Beuchat Mundial,però, sono angolate esattamente come le Rondine Gara 3000 LD o le Millennium…
articolo molto interessante soprattuto la tabella che sintetizza tutte le caratteristiche delle scarpette in commercio
bravo bel lavoro
con il peso sarebbe perfetto
purtroppo temo che, anche se riuscissi a misurare il peso di tutte le scarpette, in acqua i materiali di varia densità farebbero comunque sfalzare questo perchè sono soggetti ad un galleggiamento accentuato o meno.
*questo dato
ciao Sto cercando nuove pinne per la pesca in basso fondo,perche le ultime mi sono rotte.Pesco circa 3-5ore in giorno ho le gambe allenate ma sto cercando per pinnne morbie,qualce consiglio?gracie
sono alti 1.83 75kg
che tipo di pale vorresti abbinare? polimero, VTR o carbonio? ed inoltre come pinneggi? “pedalando” oppure effettuando parabole?
sto pensando per le gft? cosa ne pensate? dipende dale pinne il modo di pinnegamento
pinnego almeno 1.5-2km per arrivare nel posto di pesca
anche il polimero non e male ma il problema e che o passato molti anni con un paio di pinne e me sembra impossibile trovare altre
le Gft, (credo ti riferisci alle aero) io le userei con le scarpette salvimar senza longheroni che la Gft stessa diffonde. in ogni caso alle variabili si aggiunge anche il problema della durezza della pala
Io sulle aero ho le Salvimar, sia con i longheroni che senza. Bene: con i longheroni si ha una resa migliore nel percorrere lunghe distanze in superficie; senza longheroni le pale diventano delle piume, rispondono meglio nello stacco dal fondo e nell’agguato, ma nel percorrere le lunghe distanze diventano “faticose”.
che durezza sono le pale che usi senza longheroni?
soft
Salve a tutti!
Complimenti per l’ottimo articolo!
Vorrei un consiglio se possibile,parlando con varia gente in piscina e leggendo in internet ho “conosciuto” il marchio “LeaderFins” e visto che a breve dovrò prendermi il secondo paio di pinne (ora posseggo delle cressi 2000HF) volevo avere qualche parere sulla mia idea di abinare alle pale leaderfins (che mi sembrano di buona qualità) delle scarpette cressi visto che mi calzano alla perfezione.
Grazie mille in anticipo
Davide
puoi abbinare qualsiasi scarpetta, però spesso è necessario lavorare un po’ la forma della pala per farla combaciare alla perfezione.
Vorrei un consiglio .
Ho sempre pescato con pinne cressi gara 2000 e 3000
numero 44/45 con calzari da 3/4 mm
ora posseggo delle pale c4 flap vgr t700 durezza 30
quale scarpetta mi consigli considerando che sono abituato alle gara della cressi
Ovviamente senza modificare nulla ?
Se sei abituato a cressi allora ti devi procurare le scarpette “gara modular”.
in primis grazie per la risposta
la modular monta senza modificare nulla?
grazie in anticipo
No, c’è sempre qualcosa da modificare, comunque spesso basta solo un po’ di colla anche se molti hanno provveduto ad effettuare dei buchi per le viti.