Rispetto allo scorso anno, grazie ad una dieta abbastanza rigorosa, mi ritrovo con otto chili di “ciccia” in meno. E siccome non sono un gigante, se si tolgono otto chili al mio metro e settanta, può capitare che la muta faccia acqua da tutte le parti. Mi sono ritrovato pertanto ad affrontare la bella stagione con dei pantaloni da 5 mm. nei quali potevo letteralmente nuotarci dentro, mentre la giacca da 5, che in effetti mi andava stretta quando ero ancora “in carne”, ha esaurito il suo ciclo vitale dopo quattro anni di onorato servizio, diventando progressivamente una 4 millimetri. Infine anche la giacca da 7 millimetri, che ho utilizzato fino a metà maggio, presentava dei vuoti e delle sacche che tendevano a riempirsi facilmente d’acqua, soprattutto in corrispondenza della schiena, inficiando in parte il potere termico garantito da questo spessore.

A questo punto mi sono chiesto se valesse la pena rinnovare ora la muta o aspettare l’autunno. Considerando razionalmente la cosa avrei fatto bene ad aspettare ottobre/novembre per valutare il da farsi, se non fosse stato che nelle uscite di giugno e luglio ho provato un caldo davvero insopportabile alle gambe e al tronco, mentre la vecchia giacca da 5 non vedeva l’ora di prendere la strada del pensionamento. Ho deciso pertanto di tentare la soluzione della muta su misura, che non ho mai avuto, e di rivolgermi alla giovane azienda ligure Leroi Design.

Ho optato per la seguente combinazione: Giacca in Liscio/Spaccato, mimetica, da 5 mm. e pantalone in Foderato/Spaccato, mimetici, da 3 mm. Ho scelto questa combinazione per una serie di motivi. Come dicevo, la mia vecchia giacca da 5 mm. sarebbe ormai pronta per il pensionamento, però ha ancora senso con acqua molto calda. Sto addirittura pensando di creargli alcune “prese” d’acqua che mi aiutino a disperdere il calore. Ho scartato la giacca da 3 perché alla fine la utilizzerei per due mesi al massimo, mentre la giacca in liscio spaccato da 5 mm. da me ordinata, che effettivamente in questo periodo è molto calda, posso sfruttarla adeguatamente da fine settembre fino a tutto dicembre, e sono curioso di vedere come si comporta a gennaio. I pantaloni da tre invece servono proprio a quello: contenere il caldo estivo, per me insopportabile con i pantaloni da 5, che per quanto si riesca a far filtrare dell’acqua all’interno, rimangono sempre tremendamente caldi.

Come riferitomi dal titolare Tony Piscitelli, il neoprene utilizzato da Leroi è l’Heiwa, a media densità , che offre un ottimo compromesso tra resistenza e morbidezza. Gli incollaggi sono stati fatti a regola d’arte con una colla speciale, che resiste agli sbalzi di temperatura e soprattutto al calore estivo. Appaiono ben realizzate le cuciture ai polsini e al facciale della giacca, rinforzate con tessuto mimetico, così come alle caviglie dei pantaloni.

La parte lombare e inguinale della giacca e la coda di castoro sono realizzate in foderato spaccato, mentre per la chiusura è stato utilizzato il velcro. Tra le scapole è cucita un’area trapezoidale utilizzata per l’aggancio, tramite velcro, dello schienalino TrickPower, di cui parlerò più avanti.

Veniamo ora alla vestizione. Devo dire che non avendo mai utilizzato una muta in liscio spaccato ho avuto paura di creare subito qualche danno. Oltre a questo, il fatto di aver preso le misure a casa ed averle inviate via email mi ha creato qualche apprensione. Il sito di Leroi Design offre una serie di video che mostrano come prendere correttamente le misure, video ai quali mi sono attenuto scrupolosamente. Detto questo, pur avendo eseguito questa operazione per la prima volta in vita mia, devo averci preso in pieno, perché la muta mi veste come un guanto. So che è un luogo comune trito e ritrito, ma la sensazione è quella.

Infilo prima i pantaloni, spruzzandoci dentro poco sapone neutro e utilizzando la stessa acqua del mare. La lunghezza è perfetta, il becco d’anatra va a posizionarsi laddove serve e il busto viene coperto fino a sotto le prime vertebre. Non avverto vuoti o pieghe strane.

Per la giacca in liscio/spaccato uso ovviamente qualche attenzione in più. Per quanto possa essere caldo, confortevole  e aderente, il liscio/spaccato non potrà mai competere con il foderato/spaccato in fatto di resistenza a strappi e lacerazioni. Uso ache questa volta poco sapone neutro, riempio la giacca d’acqua marina, scuoto un po’ e inizio la manovra di vestizione. Infilo prima le braccia e dopo, delicatamente, afferro da davanti l’intera giacca, la porto sopra il capo e termino molto delicatamente la manovra. La giacca pare quasi disporsi per conto proprio, senza aderire sulla pelle con le risvolte tipiche del foderato/spaccato. Le misure anche in questo caso sono state prese correttamente. Risultano forse leggermente più bassi i gomiti, ma per accorgermene devo guardarli, altrimenti non l’avrei notato. Poco male, posiziono meglio le maniche tirandole leggermente su per il braccio e il problema è risolto. In acqua la muta è calda, morbida e piacevole. La mimetizzazione nel liscio spaccato, fatta con colori atossici, è abbastanza soft e piacevole alla vista. Quella dei pantaloni è una buona mimetizzazione standard, tendente al verde. Non sento nessuna costrizione al petto e all’addome, pertanto la ventilazione ne è agevolata. Ho un po’ paura di rovinare la giacca nel bassofondo, ma dopo poco non ci penso più, tranne quando urto inavvertitamente con il gomito uno spigolo acuminato della staffa in acciaio per la videocamera, montata nel fucile che tenevo in plancetta. Il danno è fatto, ho pensato. Invece la muta risulta integra, senza graffi o lacerazioni. Sono stato fortunato, e comunque ho modo di rivalutare il mio giudizio rispetto a quello ho fin qui letto nelle riviste e nei forum, che spesso dipingono la resistenza del liscio spaccato alla stregua della carta bagnata.

Anche la svestizione è stata fonte di apprensione. Ho sfilato la giacca ancora bagnata facendo attenzione a non afferrarla con le unghie ed evitando movimenti bruschi. Anche in questo caso è venuta via con facilità, quasi sfilandosi da sola fin sulla schiena, per poi ultimare la manovra aiutandomi con la coda di castoro. Ho accuratamente evitato di scaraventare la giacca sugli scogli, come mi capita spesso di fare, è l’ho riposta dentro la sacca stagna, cercando di non creare troppe pieghe.

Lo schienalino TrickPower, che può ospitare normali piombi da cintura fino ad un peso massimo di tre chilogrammi, si aggancia tramite il velcro alla parte superiore della schiena, tra nuca, spalle e scapole. E da li non si muove, rimanendo perfettamente aderente, anche durante la capovolta. Non necessita di nessun aggancio alla cinghia, ne di spallacci o altri vincoli. Si appoggia sulla schiena e li rimane. È di gran lunga il miglior schienalino che abbia mai utilizzato, con l’unico limite che sta nella possibilità di utilizzare massimo tre piombi da chilo. Per me non è un problema, in quanto si tratta comunque di un quantitativo oltre al quale preferisco non andare. Ma pescatori particolarmente corpulenti potrebbero avere necessità qualche chilo in più. Si tratta comunque di un limite facilmente aggirabile mettendo un peso in più in cintura. Niente rispetto ai vantaggi che questa soluzione offre.

In conclusione, sono pienamente soddisfatto dell’acquisto. Il prodotto, dopo la prima uscita, si è rivelato valido, e non mi resta che testarlo in autunno, quando inevitabilmente la temperatura dell’acqua scenderà di diversi gradi. A quel punto potrò meglio apprezzarne il potere coibente.