Domenica mattina ho perso il mio secondo coltello in meno di un anno. Stavo pescando dei ricci di mare (la sera n’è scaturita una spaghettata da sballo). Mi immergo, con il coltello ne stacco quattro o cinque dalle rocce sottostanti, li raccolgo tra le mani e riemergo per infilarli nella busta di plastica spessa attaccata al pallone. Durante la riemersione, da poco più di due metri di fondale, mi rendo conto di aver perso il coltello dalle mani (provate voi a tenere ricci e coltello ben stretti). Poco male, penso. Guardo giù ma del coltello non c’è traccia. Mi immergo, guardo attraverso tutte le insenature tra le rocce ma niente da fare. Sparito, volatilizzato.
Si trattava di un coltellaccio senza marca, ma che il suo dovere lo faceva. Pazienza. Oggi, complice il solito sconto del 30% che mi riserva uno dei miei negozianti di fiducia (che al netto del ricarico spudoratamente nascosto corrisponde a pochi spiccioli), compro questo Technisub Mini Zak. La scelta è stata obbligata: non aveva altri modelli decenti in vetrina. Sinceramente mi piace molto di più il laser della Omer, ma sarà per un’altra volta.
Comunque, anche questo non è male. Aspetto robusto, manico anatomico e antiscivolo, lama da ben 3,5 mm. di spessore e dimensioni ridotte. Belle le fibbie e la custodia, che volendo può essere messa a cintura. Difetti: la lama taglia poco, la parte seghettata non taglia per niente. Anzi, non so proprio cosa l’abbiano fatta a fare. In pratica è piatta, al massimo serve per grattare. Spero di non doverne avere mai bisogno, ma nel caso mi auguro che riesca tagliare la sagola senza troppi problemi. Mi sa che stasera a casa faccio un po’ di prove.