Sono sempre stato un sostenitore del ricorso all’utilizzo delle tecniche di mimetismo nella pesca subacquea. Al giorno d’oggi, la relativa scarsità di prede e la crescente difficoltà con le quali si riesce a portarle a tiro, hanno convinto un buon numero di pescatori a considerare i camuffamenti più o meno spinti un ausilio utile per incrementare le probabilità di realizzare onesti carnieri. Purtroppo il mondo della caccia in apnea è pieno di campioni e primedonne, che tendono a deridere chi prova a compensare le proprie lacune tecniche ricorrendo all’ottimizzazione dell’attrezzatura. È una diatriba vecchia come il mondo: c’è chi nasce “imparato”, e c’è chi riesce a investire buona parte del proprio tempo libero nel miglioramento della tecnica. Poi ci sono quelli che non sono né l’una né l’altra cosa, e che grazie anche a mimetismo e cura maniacale dell’attrezzatura riescono a diminuire il numero delle uscite a vuoto.
L’azienda Pikotech si è ritagliata negli anni un ruolo di primo piano nel settore dell’accessoristica altamente specializzata per la pesca subacquea, suddividendo le sue linee di produzione in tre macro aree: Accessori Generali, Accessori Action Camera e Linea Cryptik.
Il prodotto oggetto di questo test fa parte dell’ultima categoria, che come il bel nome lascia intendere, è costituito da una serie di accessori utili per migliorare il mimetismo durante le nostre uscite a pesca.
La Shade Mask rappresenta l’ultima creazione della Linea Cryptik. Si tratta di un copri maschera ribaltabile che nasconde gli occhi, la maschera e parte del volto alla vista dei pesci. A parte il sicuro effetto mimetico, secondo alcune correnti di pensiero le prede riconoscono il volto del pescatore, e la potenziale minaccia, proprio dagli occhi. Motivo per cui in molti, me compreso, hanno provato vari sistemi per nascondere i propri occhi alla vista del pesce: dagli adesivi forati alle lenti a specchio o opacizzate. Personalmente, sono arrivato a costruirmi una sorta di finto corallo basculante fatto in polymorph.
La struttura portante della Shade Mask è costituita da due sottili strutture in acciaio inox aisi 316L, con trattamento nero anti riflesso. La larghezza è regolabile, in modo da poterla adattare ad ogni maschera. La rete è costituita da un tessuto particolarmente resistente il cui intreccio a maglie larghe ricorda una struttura a nido d’ape, ed è disponibile in diverse colorazioni. Veniamo ora al test vero e proprio. Io ho optato per quella oro-granito, che poi ho leggermente sfumato con un pennarello marrone. La struttura completa di rete viene fissata a una robusta cerniera in plastica tramite un perno filettato, sul quale effettuare le regolazioni con dadi e rondelle, forniti in abbondanza e anch’essi con con trattamento anti riflesso. Due dadi autobloccanti assicurano una migliore rigidità del sistema di ribaltamento. La cerniera a sua volta è collocata su una fascia elastica che rende il prodotto indipendente rispetto alla maschera. Il kit comprende una serie di ciuffi in tessuto colorato che in acqua imitano il comportamento delle alghe, in modo da aumentarne ulteriormente l’effetto mimetico.
Devo dire che l’adattamento alla Shade Mask non è stato immediato. Non si tratta infatti di un prodotto di pronto utilizzo, anzi: è necessaria un’attenta regolazione in modo da renderlo il più possibile solidale con la maschera e il volto. Questo è indubbiamente un suo punto di forza, anche se nel mio caso ha richiesto più di qualche uscita per una corretta messa appunto. Trattandosi tuttavia di un accessorio all’occorrenza rimovibile, non rischieremo mai di compromettere le nostre pescate.
La prima volta che ho utilizzato la Shade Mask ho trascurato la regolazione della cinghia e dei dadi sul perno filettato. Non solo: ho collocato la rete senza stenderla bene, e lasciandola abbastanza molle sul supporto metallico. Ciò non ha permesso un suo corretto utilizzo, e benché i pesci erano visibilmente più tranquilli nell’avvicinamento, ho avuto io alcuni problemi nel riuscire a far partire il tiro, disturbato dal movimento della rete e dalla vista leggermente offuscata. Va detto infatti che la Shade Mask non disturba granché la vista, a meno che non si trovi troppo lontana dagli occhi. Viceversa, più la rete sarà ben tesa e vicino agli occhi, e meno sarà percepibile il disturbo visivo. Nelle uscite successive ho regolato meglio le fasce elastiche, ma soprattutto ho teso bene al rete in modo che i fori della trama a nido d’ape si “allargassero” maggiormente in corrispondenza degli occhi. Questo sistema non inficia l’effetto mimetico, in quanto gli occhi rimarranno comunque nascosti, come si può notare nelle foto sotto riportate.
Per avvicinare la rete alle lenti si può usare un sistema alternativo, ossia quello di montare la struttura di supporto direttamente su una maschera con attacco per action camera. Ma attenzione: in questo modo viene meno una delle caratteristiche che rendono comodo e sicuro l’utilizzo della Shade Mask, ossia la possibilità di rimuoverla in qualsiasi momento. Personalmente, monto la Shade Mask direttamente sulla maschera quando pratico l’agguato in bassofondo, situazione in cui, vista la relativa sicurezza e la necessità di “cogliere l’attimo”, posso operare con maggior comodità. Per l’aspetto meglio usare la fascia elastica, anche perché visti i tempi di avvicinamento della preda, avremo sempre a disposizione qualche secondo per metterla a fuoco, anche se la rete non è particolarmente aderente alle lenti.
In pesca ho notato una maggiore tranquillità delle prede. Purtroppo durante le mie ultime uscite non ho potuto contare su avvistamenti degni di nota. In un caso una mormora è venuta a baciarmi la punta dell’asta, mentre muggini, salpe e saraghi si sono dimostrati abbastanza tranquilli, anche in bassofondo e in situazioni di mare forza olio.
Insomma, mi sento di promuovere e consigliare la Shade Mask, fatta salva la premessa iniziale, ossia il non avere preclusioni verso l’utilizzo delle tecniche di mimetismo, e il volerci spendere un po’ di tempo per la messa appunto. Il prezzo è di 49€, in linea con la qualità artigianale del prodotto.
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3 Comments
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Mi chiedevo se non è più semplice usare una maschera con le lenti oscurate…
È più semplice, ma l’efficacia mimetica è inferiore. Di fatto la prede riconosce “due cose” che sembrano occhi.
C’è un signore toscano che usa una cosa simile. E’ un pescatore povero che usa tutta una attrezzatura rabberciata, e ho sentito dire che ha anche una menomazione fisica. Pur essendo povero e handicappato prende un mucchio di pesce coi suoi mimetismi, dicono che sia bravissimo a pescare nell’acqua bassa.