Piccola guida per chi è pronto ad affrontare il primo salto di qualità.

Non tutti ma in molti abbiamo cominciato la pesca in apnea più o meno allo stesso modo. In genere si parte con armi e tecniche sul filo del comico, ad esempio il polpone a molla o uno pneumatico da 40 rigorosamente armati di fiocina. Dopo questi esperimenti se seguiamo l’indole del pescatore si comincerà l’attività con il primo vero fucile, spesso rappresentato dal classico arbalete da 75, reperibile facilmente anche a prezzi molto contenuti. Dopo di questo invece il mondo si apre in una infinita possibilità di varianti.

Le prime esperienze con il 75 costituiscono un bivio obbligato: o ti fermi o prosegui. Nel secondo caso il nostro fido 75 ci farà sperimentare, senza che noi ce ne rediamo conto, le basi della pesca in apnea, fino al bel giorno in cui finalmente riusciremo a portare a casa un trofeo, forse piccolo in confronto al panorama delle catture vantate dalla categoria, ma emotivamente importante e soddisfacente. Ed è questo spirito di divertimento, ricerca e cattura che costituiscono la “droga” del pesca sub.

Ad un certo punto, quando avremo imparato a muoverci e a nasconderci dai sensi dei pinnuti, riusciremo a vedere le vere prede, pesci che vanno dai 500gr in sù e impossibili da avvicinare, ed è ora che il nostro 75 comincierà a sembrare “piccolo”. Vogliamo di più e non sappiamo come fare, per cui scatta la molla delle modifiche e dei potenziamenti, o dell’acquisto di un fucile più potente.

Anche se ora queste parole vi sembreranno vuote vi assicuro che un giorno capirete, ossia che il 75 non è corto e inadeguato, ma semplicemente vi sembrerà tale perchè non avete ancora imparato ad avvicinare il pesce entro il limite di gittata. Inoltre questo senso di impotenza lo avrete anche in futuro con l’accrescere dell’esperienza e delle armi. Ci sarà sempre un bel pesce che nonostante i nostri sforzi sarà abbastanza cauto da rimanere al di fuori della portata del più potente fucile in commercio.

Tuttavia saremo sempre portati ad aumentare l’efficienza del nostro fucile, che è un bene se fatto con saggezza. Ricordate sempre che fa più pesce un fucile preciso di uno potente, e come se non bastasse il tutto andrà sempre rapportato alle nostre abilità, alle tecniche e situazioni specifiche, al luogo e alle prede.
Un esempio di errore banale è quello di cercare di potenziare un fucile da 75 con il doppio elastico, come se bastasse questo per raddoppiare la gittata utile, in realtà avremo l’effetto contrario, ossia il fucile perderà tantissimo in affidabilità e precisione, ed inoltre saremo impossibilitati nello sparare a un cefalo o una salpa mentre si cibano a contatto con il fandale perchè dopo il tiro l’asta sarà da buttare.

Il 75 è nato per avere un raggio d’azione fra 2 e 3 mt, per cui i vostri sforzi si devono concentrare affinchè in questa area i tiri siano precisi e efficienti, inutile chiedere di più. L’unico modo per aumentare la portata è scegliere un fucile più lungo. Ok, ma quale?

Prima di affrontare questo quesito è bene aprire una parentesi sulla tecnica, spiegando le particolarità salienti delle due più importanti: l’agguato e l’aspetto. L’agguato è la tecnica più comune: dopo aver visto una preda da lontano cerchiamo di avvicinarci sfruttando gli angoli ciechi e percorsi occultati fino al momento di scoccare il tiro. L’aspetto invece consiste nel posarsi sul fondo nascosti fra massi o dislivelli e aspettare che qualche pesce incuriosito arrivi a tiro. Da questo si intuisce che il nostro fucile deve avere caratteristiche diverse per ogni tecnica, nel caso dell’agguato c’è bisogno di un modello facile da girare e abbastanza agile da seguire tutti i nostri movimenti, invece l’aspetto ha bisogno di un fucile con lunga gittata. Ovviamente un fucile più corto è ottimizzato per l’agguato perchè è più facile brandeggiarlo rapidamente in ogni direzione, al contrario i più lunghi diventano ingombranti per l’agguato ma sono ottimi per l’aspetto.

Un errore comune è quello di saltare dal 75 ad uno molto più impegnativo, ad esempio un fucile in legno da 100 o qualcosa di simile. Inutile dire che in questo caso l’approccio sarà più traumatico e lento da digerire, inoltre potrebbe farvi passare la voglia di pescare dopo aver speso un bel po’ di soldi e ritrovarvi con un’arma che sbaglia tutti i tiri, non per causa sua ma vostra.

Il mio consiglio è di continuare con le soluzioni commerciali, senza spendere un’occhio, e salire di grado a piccoli passi. In questo modo avrete il tempo di accrescere l’esperienza di pari passo con il vostro arsenale bellico. Proprio per questo motivo i pescatori più assidui e dediti si ritrovano dopo pochi anni con un numero di fucili pari a quello di un negozio.

Quindi salendo di misura vi ritroverete a scegliere fra le seguenti opzioni: 80, 82-85 e 90. Secondo me il 90 è il fucile finale, cioè quello che andrà bene sempre, in ogni luogo e situazione, facile da gestire e buono sia per l’aspetto che per l’agguato. Prima di arrivare al 90 però vi consiglio vivamente di fare una sosta sulle misure 80-85, perchè abbandonato il 75 questa misura risulta il ponte di collegamento con il livello successivo.

La cosa bella dei fucili è che non sono mai un acquisto sbagliato, in quanto ogni pezzo ritornerà utile anche in futuro. Ad esempio io oggi non potrei fare a meno del mio infallibile 75 (sia estate che inverno) e ho un 85 con cui mi diverto a giocare con gli allestimenti. Ricordo bene che una volta che sul mio thunder 85 provai l’asta da 6,5mm con un doppio 16mm. Una configurazione spropositata ma per me si trattava soltanto di un gioco misto a curiosità. Provai un aspetto per fare un test di tiro in attesa di qualche saraghetto o cefalo, invece dal nulla comparve un’orata di 2kg che si fermo giusto al limite della gittata, feci partire il colpo e la centrai in pieno a 3,5mt circa, una bella botta di fortuna sia trovare la preda che ad avere per caso la giusta configurazione per quell’occasione. Al di fuori di questo unico caso il resto delle catture con l’85 è stato effettuato con asta da 6,3mm e monoelastico da 18mm.

Nonostante oggi abbia tantissimi fucili, quel caro vecchio 85 è quello che mi ha fatto prendere i pesci più belli. È una misura che aiuta il puntamento e il tiro d’imbracciata, risultando quindi molto più “pescoso” del 110 super potente. Per questo motivo non posso che consigliarvi questa misura come il primo fucile da prendere dopo le esperienze con il 75.

Immediatamente dopo l’80 o 85, avendo accumulato maggiore esperienza, arriverete al 90, che rappresenta il fucile del pescatore maturo e con cui insidierete qualunque preda, dal cefalo al dentice. Parliamo sempre di pesca “normale”, cioè quella che si fa entro i 10mt e senza allontanarsi molto dalla costa. Nelle situazioni più evolute, come l’aspetto profondo al dentice, le ricciole sulle secche, la cernia in caduta, ecc. ecc. avremo bisogno di cannoni che vanno dal 100 in su, magari anche roller, cioè fucili dove la potenza e gittata costituscono almeno il 50% del successo della cattura.

Oggi tantissimi pescatori, dal principiante al campione, pubblicano i video delle loro catture su youtube o vimeo. Andate a vederli e scoprirete che i più costanti in fatto di catture hanno tutti arbalete da 80 o 90, invece quelli che pubblicano la cattura di “bestie” hanno un 100 o più ma ne prendono di meno.

Approfondendo l’aspetto tecnico, dal 75 al 90 il panorama delle configurazioni consigliate è:
– asta 6mm e mono elastico da 16mm (adattissimo ad un 75 per sottocosta) o 18mm.
– asta 6,25mm (o 6,3mm) e mono elastico da 18mm (configurazione universale per tutti i fucili).
– asta 6,25mm (o 6,3mm) e doppio elastico 14mm (veloce ed efficiente ma consigliabile più per l’aspetto che per l’agguato).
– asta 6,5mm e mono elastico da 18mm (universale che ha maggior penetrazione).
– asta 6,5mm e doppio elastico da 14mm o 16mm (molto potente e consigliata solo per un 90 da aspetto).

Ogni pescatore poi avrà le sue preferenze in termini di dettagli costruttivi e funzionali, ad esempio io oggi preferisco esclusivamente la testata aperta, la linea di mira pulita, gli elastici circolari su misura con le ogive in dyneema, l’impugnatura che spesso correggo con del nastro gommato e infine l’assetto come piace a me cioè leggermente negativo in punta. Tutti questi espedienti sono molto personali e vanno valutati caso per caso, per questo ora non posso dare delle indicazioni più precise.

Ho scritto questo articolo perchè molti giovani pescatori hanno finito l’esperienza con il primo 75 e mi chiedono consigli su vari modelli. Da queste richieste noto la tendenza ad esagerare sia come costi e che come potenza. Io invece vorrei far passare il messaggio che è inutile tentare il passo più lungo della gamba, che il fucile va cambiato quando è l’esperienza che ne crea l’esigenza e non per accorciare i tempi o le distanze.

Inoltre non è indispensabile orientarsi su modelli molto costosi: i pescatori con esperienza sono in grado di prendere il pesce anche con armi simili ad un manico della scopa, come avviene in altre parti del mondo. Però una cosa è molto importante, cioè l’aspetto psicologico per cui sceglierete il fucile che vi piace di più e che vi trasmette una certa sicurezza, oltre a piacervi esteticamente. Concludo dicendo che dobbiamo essere convinti della nostra arma altrimenti perderemo la concentrazione necessaria per pescare con tranquillità e divertimento.